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FABBRICHE PATTESI: Memoria e intelligenza

02-01-2015 17:24 - Le inchieste
(foto Valvitalia)
Commentando, qualche giorno fa, l´annunzio dell´imminente apertura, a Patti, della "Ceramiche Ruggeri", una fabbrica che dovrebbe unire la solidità economica della pavese Valvitalia con la tradizione della ceramica pattese, avevamo voluto ricordare la storia di Salvatore Ruggeri (fatalmente legata, a Patti, alle vicende della WAGI) e avevamo formulato l´ipotesi (tacitamente condivisa da molti) che a guidarlo sulla via della tradizione potesse essere la famiglia Caleca, che per più di un secolo ha percorso quella strada.
Ruggeri ci contesta, in una recentissima intervista su una tv on line, sia la rievocazione di "fatti di più di 40 anni fa", che "non lo riguardano" (non specifica in che senso), sia qualunque legame con la Ceramiche Caleca e fa appello, contro chi "sta fuori del coro", ai "pattesi intelligenti", che hanno inneggiato senza remore al suo ritorno imprenditoriale al paese natìo.
Ci permettiamo di replicare a queste dichiarazioni con un richiamo lessicale al senso del termine "intelligenza", che indica "la capacità di attribuire un conveniente significato ai fatti, attraverso la comprensione e l´interpretazione, basate sulla rielaborazione dell´esperienza passata".
Cosa ci dice, in questo caso, l´esperienza passata? Che "più di 40 anni fa" un brillante finanziere, di origini pattesi, ma di successo internazionale, tornò al paese d´origine per aprire due fabbriche, sulla cui produzione non aveva alcuna esperienza, per sfruttare abilmente i contributi e le agevolazioni statali, regionali e comunali, concessi agli imprenditori per creare lavoro, ma che, capitalizzati i contributi, lasciò solo disoccupazione.
Cosa ci dicono i dati di fatto odierni? Che un brillante imprenditore, di origini pattesi, ma di successo internazionale, torna al paese d´origine per aprire una fabbrica, sulla cui produzione non ha alcuna esperienza. Ci domandiamo: perchè lo fa? Come mai acquista addirittura (e non affitta, come annunciato prima) un capannone, promette di assumere "personale esperto rimasto senza lavoro", dichiara che non utilizzerà gli ottimi macchinari della Ceramiche Caleca, ma che intende creare una scuola di ceramica per gli studenti pattesi e che punterà soprattutto sull´esportazione all´estero? E´ credibile che affronti questi investimenti senza utilizzare agevolazioni? Chi manterrà la tradizione nella nuova fabbrica, chi insegnerà nella sua scuola? Con quali istituti pattesi stringerà convenzioni, con il preannunziato Liceo artistico (che avrà un corso di ceramica), o con il Professionale? E a che condizioni? In che rapporto è questa sua idea con il progetto dell´Amministrazione pattese (riesumato una settimana fa), di aprire una scuola di ceramica nel restaurato Palazzo Galvagno? Dove acquisterà (entro marzo) macchinari adatti? Se le esportazioni saranno dirette negli USA, dove Ruggeri ha lavorato, davvero non utilizzerà la consolidata rete della Caleca USA Corporation?
Anche se Ruggeri "non si curerà" di rispondere a queste domande, basterà aspettare poche settimane per avere le risposte e per essere rassicurati su un futuro che ci auguriamo non ripeta gli errori passati, che non usi, cioé, la nuova legislazione sul lavoro e le nuove agevolazioni statali solo per rinverdire i profitti della "breve estate delle fabbriche pattesi", lasciandoci poi precarietà, nuova disoccupazione ed un ulteriore sfruttamento dei beni comuni.

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