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LE INDUSTRIE INVISIBILI

24-09-2015 02:25 - Le inchieste
La valle del Timeto si apre a qualche chilometro di distanza dal centro abitato di Patti ed ospita, da alcuni anni, un´Area Industriale in cui, dopo tante illusorie speranze, si trovano oggi pochissime aziende attive, nessuna delle quali, peraltro, svolge attività di produzione manifatturiera, dato che si tratta per lo più di grandi depositi di distribuzione di materiale edile o di piccole imprese artigiane (marmi, tipografie), con pochi addetti, trasferitesi da un paio d´anni nei capannoni in abbandono, tra cui giganteggia quello depredato ed in rapida rovina della ex Ceramiche Caleca, malcustodito dalla curatela fallimentare.
Intorno a questa desolazione di quella che aspirava ad essere l´Area di Sviluppo Industriale di Patti, si sono moltiplicate invece, da alcuni anni, aziende agricole e terreni a colture specializzate (vigneti, uliveti, agrumeti), aziende vinicole, oleifici e diversi agriturismo, attività che meglio si conciliano, del resto, con i ritrovamenti archeologici concentrati intorno alle due colline parallele dei monti Russo e Pirrera che, se ben valorizzati, potrebbero definire in senso più credibile l´economia di questa vallata, in cui si trovano inoltre i principali pozzi di acqua potabile del paese.
Ma l´economia del Sud raramente segue progetti razionali di sviluppo, inseguendo più spesso e a casaccio il finanziamento esterno al momento più accessibile. E´ così che oggi il Comune, incurante della desolazione che grava sulla riva destra del Timeto, tenta di espropriare, sulla sua riva sinistra, poco a monte della centrale di sollevamento dei pozzi d´acqua potabile, nuovi terreni, forniti di propri pozzi e restituiti a fatica, da proprietari volenterosi, alla secolare tradizione agricola, per costruire stradine e parcheggi, che dovrebbero fare da contorno a nuovi capannoni industriali, a dir poco improbabili.
Mentre espropri ed infrastrutture viarie, infatti, verrebbero finanziati dall´IRSAP (l´Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive, dilaniato proprio in queste ore da gravi contrasti, interni alla Confindustria siciliana, che oppongono la dirigenza dimissionaria dell´Istituto al governo regionale, con pesanti accuse reciproche di collusioni mafiose), la costruzione di capannoni e sottoservizi resterebbe a carico delle singole imprese, che dovrebbero prima acquistare i lotti direttamente dai proprietari, solo parzialmente espropriati dall´Irsap.
Quale sia la probabilità che imprese, che hanno finora disertato i capannoni della riva destra del Timeto, accorrano a costruire a proprie spese nuovi capannoni sulla sua riva sinistra, facendosi carico singolarmente, inoltre, delle necessarie autorizzazioni di impatto ambientale, è chiaro a tutti, anche se l´Amministrazione comunale allude a lunghi elenchi (tenuti rigorosamente segreti) di imprese e depositi commerciali ansiosi di impiantarsi nell´area e sventola le consuete promesse di posti di lavoro, utili ormai solo a paralizzare le opposizioni politiche ed i sindacati.
Ci chiediamo: toccherà ancora una volta direttamente ai cittadini prendere l´iniziativa per difendere l´utilizzazione economicamente più redditizia di questa vallata, le sue ricchezze archeologiche e paesaggistiche e la salubrità dei pozzi d´acqua del paese?

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