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LA PRIVATIZZAZIONE DEL TERRITORIO

08-02-2018 15:36 - News Generiche
La vendita ai privati o la gestione, per tempi lunghi ed a costi irrisori, di beni pubblici è una strada imboccata da diversi anni e da diversi governi, lungo quel cammino di smantellamento dello Stato Nazionale, di cui abbiamo già parlato in questo sito.
Si tratta di una soluzione scelta con coerenza dalla destra moderata (ad esempio quella berlusconiana di ieri e di oggi), in nome di uno Stato "leggero", che dovrebbe limitarsi ad appoggiare e facilitare gli interessi dei più ricchi, ma portata avanti (con poca coerenza) anche dalla sinistra istituzionale, che in linea teorica dovrebbe sostenere l´opposto (cioè l´espropriazione dei proprietari assenteisti e la gestione pubblica e gratuita dei beni espropriati), ma che, per la crisi economica e per calcolo elettorale (la famosa "conquista del centro"), ha sperimentato anch´essa varie forme di privatizzazione, per lo più infelicemente mediate da quel modello cooperativistico, che spesso ha dato in centro Italia feroci esempi di capitalismo selvaggio.
Ma restiamo nel nostro piccolo Paese Invisibile e cerchiamo di capire se e quanto qui sia valida la scelta di vendere alcuni beni pubblici, da tempo lasciati in totale abbandono. Una vendita che in passato è stata essenzialmente un "trucco" contabile (dato che i "beni alienabili" possono essere elencati in bilancio sotto la voce "entrate"), ma che si è trasformata sotto l´attuale amministrazione in una vera e propria asta in continuo ribasso di edifici e terreni pubblici, affiancata dall´affidamento di alcuni di essi ai privati, senza alcun controllo effettivo, a costo irrisorio o talora del tutto gratuitamente.
A dire il vero, nonostante i prezzi "stracciati", in alcuni casi si è trattato, più che di un affare, di un "bidone" rifilato al privato, a cui viene affidato un bene ormai compromesso gravemente dalla lunga assenza di manutenzione, o addirittura inquinato dalla massiccia presenza di amianto (di cui solo sulla carta la Regione si è accollata la bonifica, per giustificare di fatto il perdurante statu quo).
Ma quali effetti comporta questa scelta amministrativa per i cittadini?
Facciamo alcuni esempi: nel nostro paese sono alienabili due Palazzetti dello Sport costruiti negli anni ´70 (quello nella frazione di Mongiove, venduto da poco e destinato pare ad ospitare una discoteca, e quello centralissimo di Via Mazzini, che potrebbe ancora essere un´ottima struttura urbana polifunzionale), un vecchio Macello dei primi del ´900 (con una pianta particolare, articolata in ampi locali, ed un´architettura originale, in cui anni fa un noto attore aveva suggerito di creare un piccolo teatro) e le vecchie Scuole elementari delle frazioni (che si era cercato di trasformare in Centri Sociali, ma che oggi si offre di convertire ad edilizia privata), mentre sono già stati dati in affidamento per un periodo molto lungo a privati il Cine-Teatro Comunale (con un ampio strascico di ricorsi e polemiche), la Villa ed il Parco Comunali ed una parte del Mercato coperto (destinato oggi ad una pizzeria, ma che sarebbe stato perfetto per ospitare un Mercato del Contadino). Un caso a parte sono gli Stabilimenti Balneari, che per scelta nazionale e regionale occupano ormai per tutto l´anno e a basso costo ampie fasce di spiaggia demaniale.
Dagli esempi a cui abbiamo accennato si comprende facilmente come tutte queste strutture, se ben gestite dall´Ente Pubblico, avrebbero potuto trasformarsi in centri di servizi gratuiti o a basso costo, punti di aggregazione alternativi ai soliti e sedentari luoghi "mangia e bevi" ed occasioni di incontro e di scambio culturale, mentre oggi sono diventati posti in cui il privato cerca (come è giusto per lui) di ricavare un profitto, rendendo luoghi di consumo quelli destinati ad essere luoghi di libero svago o di promozione sociale, ed ottenendo talora l´effetto (opposto a quello voluto) di allontanare dalla loro fruizione quelle fasce di cittadini, che non possono permettersi di spendere in ogni occasione.
Esemplare è il caso del Parco Comunale che, oltre ad ospitare al suo interno il Planetario "Campana" (gestito privatamente, ma costruito con finanziamenti pubblici e mantenuto a spese del Comune), è stato da più di un anno affidato in gestione alla Cooperativa "Raggio di sole", che si occupa del recupero di giovani (italiani o migranti) condannati per vari reati.
Il Planetario è visitabile gratuitamente solo per pochissimi giorni all´anno (durante particolari eventi sponsorizzati dal Comune); nel tempo rimanente vi si può accedere solo per prenotazione ed a pagamento (e pagano anche gli studenti delle Scuole partecipanti al progetto finanziato), mentre la struttura ed il terreno intorno restano comunque a disposizione dell´Associazione che lo gestisce (che ha anche le chiavi per accedere autonomamente al Parco), per riunioni interne o propri eventi. Il Parco, invece, consegnato senza alcun attestato di agibilità e sicurezza, ha costretto la Cooperativa aggiudicataria del bando a lunghi mesi di chiusura per metterlo in sicurezza, ha comportato una spesa supplementare di 7.000 euro da parte del Comune per il taglio degli alberi ormai secchi e, dopo un breve periodo di apertura natalizia, è di nuovo chiuso, per la caduta di un albero (sfuggito evidentemente alla recente "messa in sicurezza"). Nel frattempo, oltre a nuovissimi giochi in legno per i bambini, il gestore vi ha collocato giochi a pagamento (che sono stati nottetempo oggetto di furto con scasso) e ha trasformato il chioschetto di ristoro in un vero e proprio bar, fornito anche di superalcolici, ma finora frequentato soprattutto (anche per cause di forza maggiore) dagli stessi gestori ed utilizzato per alcune riunioni della Cooperativa.
Insomma un´area verde centralissima ed un tempo abbastanza frequentata, nonostante la scarsa manutenzione, è oggi una sorta di giardino privato, aperto al pubblico soprattutto per consentire incassi ai suoi gestori, mentre per i cittadini (e in parte anche per la Cooperativa affidataria) si è trattato di una netta perdita.
E´ evidente che secondo noi i beni pubblici non andrebbero affidati ai privati, ma proponiamo almeno, quando lo si fa, di controllarne l´agibilità e il mantenimento dello scopo sociale e di garantirne ai cittadini la fruibilità continuativa e gratuita. Proponiamo, in questa Italia di continui condoni agli evasori più ricchi e di privatizzazione del territorio e dei servizi, di ricordare la lezione di democrazia dell´antica Atene, dove si sgravarono dai debiti (e dal conseguente rischio di schiavitù) i più poveri e si obbligarono i ricchi a sovvenzionare a proprie spese servizi collettivi, come la gestione delle messe in scena teatrali durante le feste di Dioniso, a cui tutti i cittadini potevano accedere gratuitamente.


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