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IL MARCHIO INVISIBILE

28-01-2014 09:47 - Le inchieste
La fabbrica Caleca sarà presente alla prossima Fiera di Francoforte
Nel maggio dell'anno scorso, quando la "Caleca Italia" aveva scaricato sulla "Ceramiche del Tirreno srl" i debiti accumulati verso i propri operai (rimasti per circa un anno senza salari) e verso il Comune di Patti (che vantava verso la fabbrica un credito notevolissimo, per omesso pagamento dell'ICI 2010 e 2011 - 92.572 euro - e dell'IMU 2012 - 80.961,58 euro -), ci eravamo chiesti quanto avrebbe impiegato questa volta l'Araba Fenice a risorgere dalle proprie ceneri con nuovo nome. Ora possiamo confermarvi che ha impiegato pochissimo: le è bastato infatti identificarsi con la fantomatica società "La Majolica Italiana srl" (a cui aveva "affittato" un anno fa i propri capannoni dismessi) per riprendere, con poco più di una trentina di operai (buona parte dei quali ha perso per sempre il credito vantato verso la fabbrica) e con il vecchio marchio, il suo posto sul mercato, alleggerita di ogni debito e dovere. La Signora Giacalone, già amministratrice della vecchia società, riveste oggi il ruolo, che le sta a pennello, di "direttore artistico" e la Caleca Italia torna a rifornire i grandi magazzini, a partecipare alle Fiere (come quella di Francoforte indicata nella foto) e ad aspettare commesse dal quel Comune di Patti che non rivedrà mai più i suoi 173.534 euro di tasse evase. Questo è, per buona parte, il capitalismo italiano: un marchio senza operai, privato nei profitti, pubblico nei debiti.

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