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ERBE SPONTANEE COMMESTIBILI: il sapore del territorio tra scienza e tradizione contadina

02-05-2018 20:00 - News Generiche
"Il Paese Invisibile" ha partecipato il 21 aprile scorso, a Messina, presso la bella scuola agraria di San Placido Calonerò (che sorge a picco sullo Stretto, nel sito di un antico Convento benedettino del ´500, insieme all´Enoteca Provinciale) ad un interessante Convegno organizzato dalla Città Metropolitana sulle piante spontanee, che da secoli sono utilizzate nel nostro territorio per l´alimentazione e la medicina popolare. La nostra associazione è stata invitata a dare il suo contributo perché ormai da 3 anni organizza un "Mercato delle Erbe" (che da quest´anno ha preso il nome de "L´altro Mercato"), unico nella provincia a dedicare un ampio spazio proprio alle erbe "alimurgiche", offerte direttamente, sui nostri banchi, da quei piccoli contadini e dai raccoglitori, che in questa occasione le hanno portate al Convegno, per contribuire all´allestimento della Mostra iniziale e della Degustazione finale, che hanno accompagnato gli interventi.
Per alcuni dei nostri contadini è stata una piacevole novità ritrovare sullo schermo e nelle parole dei professori di botanica quella stessa sapienza, trasmessa loro fin dall´infanzia da nonni e genitori, che con efficacissimi nomi dialettali avevano già indicato loro caratteristiche, ricette e semplici usi medici e veterinari delle erbe, mettendoli in guardia dalle insidie di erbe tossiche come la pericolosa mandragora e rendendo familiare per loro quel mondo umile ed apparentemente caotico, che fino agli anni ´70 del secolo scorso (come ricordava al Convegno il prof. Rosario Schicchi, direttore dell´Orto Botanico di Palermo) era ancora sprezzantemente indicato col nome di "erbe infestanti" e di cui solo i contadini apprezzavano l´utilità. Da allora, invece, grazie all´affermazione dell´ecologismo ed alla scoperta dei cibi biologici, le erbe spontanee hanno guadagnato tanto la ribalta, da rischiare oggi l´omologazione del mercato industriale e la perdita dei propri sapori specifici, annegati in quei "piatti da chef", che spesso violano il saggio limite dei 5 ingredienti, oltre il quale il Prof. Schicchi ricordava che diventa difficile "assaggiare il territorio" nella sua auspicabile genuinità.
Ricco di spunti è stato, per noi, anche l´intervento del Prof. Alessandro Crisafulli, dell´Orto Botanico di Messina, che ha analizzato le tante erbe spontanee unificate dall´espressione dialettale messinese di Minestra Sarbaggia (che a Patti è definita Minestra maritata o, più semplicemente, ´a Maritata). Il Prof. Crisafulli ha guidato i suoi studenti, negli ultimi anni, alla stesura di Tesi di Laurea sulle piante spontanee tipiche di territori ristretti (e la stessa varietà linguistica di dialetti parlati in zone distanti solo pochi chilometri tra loro testimonia la ricca biodiversità siciliana). Ci auguriamo che anche nel territorio pattese sia possibile (con l´aiuto dei contadini più anziani e di chi ne conserva ancora gli insegnamenti) ricostruire la specificità di erbe e di habitat, che vanno dalla collina al mare, dalle zone di pascolo a quelle boschive ed a quelle fluviali (dove sarebbe auspicabile evitare quelle gare locali di motocross, che rischiano di distruggere alcuni esemplari rari). A questa ricerca andrebbe affiancata una raccolta delle ricette tipiche popolari con le erbe ed una ricostruzione storica di quella medicina popolare, sperimentata per secoli dalle majare, che ci aveva portato tre anni fa ad inaugurare il nostro Mercato delle Erbe con un Convegno su un processo per "magarìa", nella Patti cinquecentesca, contro Vincenza Geraci, nota come la "majara di Fadducca".
L´occasione per delineare meglio questo progetto sarà un evento simile a quello messinese, che molto probabilmente la Città Metropolitana di Messina organizzerà all´inizio dell´autunno nella zona di Patti, insieme al "Paese Invisibile", ai coltivatori e ai raccoglitori della nostra Fiera delle Erbe ed all´associazione "La Spiga", che già dall´anno scorso porta al nostro Mercato i grani antichi siciliani, coltivati nella zona di Gioiosa Guardia, e che ha partecipato insieme a noi al Convegno messinese. Ci auguriamo che vogliano affiancarci anche altre associazioni e quei Consiglieri Comunali interessati a questo progetto ed alla difesa dell´ambiente naturale e del verde urbano, purtroppo molto trascurato negli ultimi anni (non possiamo tralasciare di ricordare l´infausto taglio della palma secolare della Villa Comunale e la recente desertificazione del Parco Comunale). Questo nuovo Convegno potrebbe servire anche a rinforzare quei contatti, già avviati a Messina, con altri coltivatori ed artigiani, che parteciperanno nei prossimi mesi a "L´altro Mercato".
Resta da definire il luogo più adatto, dopo il rifiuto opposto l´anno scorso dalla nostra amministrazione a siglare un protocollo d´intesa con la Città Metropolitana, per creare al Palazzo dei Dioscuri, in contrada Locanda, sotto Tindari, un punto promozionale dell´Enoteca provinciale. Ma siamo fiduciosi che sia ancora recuperabile un fecondo rapporto tra le istituzioni provinciali, i dirigenti degli Orti Botanici, le associazioni ed i piccoli coltivatori diretti del nostro territorio.


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