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L’AGENDA DEGLI INVISIBILI

25-08-2022 16:23 - News Generiche
Ad un mese dal rinnovo del Parlamento nazionale, dell’Assemblea regionale siciliana e del Presidente della Regione, è lecito chiedersi, per la nostra Associazione, quali proposte politiche tengano conto della difesa degli Invisibili dalla crisi politica, economica e sociale che attraversa sempre più rapidamente le società industrializzate.
Su questa estate italiana, che cerca di dimenticare i passati vincoli da pandemia e i futuri scenari di crollo sistemico con una corsa al divertimento vacanziero da anni ’50 (quando, al contrario di oggi, l’avvio del boom economico giustificava lo svago interclassista ed il qualunquismo) grava senza dubbio un tentativo diffuso di modifiche istituzionali autoritarie, in grado di garantire il controllo sociale. E non certo per presunte nostalgie fasciste, ma per quell'inquietante “draghismo” di centro e di sinistra e per le mai sopite ostilità “liberali” contro l’equilibrio costituzionale dei poteri e contro le misure di sostegno sociale.
Tutti gli schieramenti concordano, naturalmente, su alcuni dati oggettivi: la riduzione del reddito da lavoro (per la contrazione complessiva dei posti a tempo indeterminato e per la riduzione del potere di acquisto delle fasce di reddito più basse, le più colpite dal ritorno dell’inflazione), il rischio chiusura di molte imprese, l’aumento della povertà, la fine della globalizzazione, con la conseguente rinascita di opposti schieramenti internazionali. Ma le proposte avanzate per fronteggiare questi problemi rivelano la scomparsa definitiva del tradizionale schieramento destra-sinistra, che oggi si ritrova concorde nell'adesione ad un fronte filoamericano bellicista, nell'appoggio diretto agli imprenditori come unica soluzione della crisi economico-sociale, nella cancellazione del reddito di cittadinanza e delle tutele dei lavoratori dipendenti e nell'indifferenza verso le conseguenze ambientali di centrali nucleari, termovalorizzatori, degasificatori e ritorno al carbone (in pratica sulla famosa “Agenda Draghi”), e si divide formalmente solo su alcuni diritti civili (aborto, depenalizzazione delle droghe, omosessualità, accoglienza dei migranti, istruzione).
Del resto persino Mario Draghi ci ha ieri rassicurati sulla sostanziale equivalenza di un futuro governo, che sia di destra o di sinistra poco importa, limitandosi a tenere fuori gioco la poco affidabile anomalia del Movimento 5 Stelle, imitato in questo da una lobby reazionaria come “Comunione e Liberazione”, volta a tutelare i propri interessi economici privatistici, e da una stampa sempre più schierata politicamente e sempre meno indipendente.

Che rappresentanza potranno trovare allora, nelle istituzioni future, per cui si voterà a fine settembre, quegli Invisibili che oggi (secondo i più recenti dati Eurostat) si ritrovano nel 20% della povertà (12 milioni di Italiani), con i loro redditi inferiori al 60% di quelli medi, e nel 25% (quasi 15 milioni di Italiani) a rischio esclusione sociale, per la loro crescente impossibilità di usufruire di beni e servizi essenziali?
Molti di loro sono tentati di pensare che l’astensione sia l’unica strada per dimostrare che hanno compreso che nulla arriverà per loro da queste istituzioni ed alcuni sono tentati di tornare al buon vecchio clientelismo personale, anche se la contrazione dei soldi pubblici disponibili ha già dimostrato l’impraticabilità di questa via. C'è ben poco peso da dare, poi, ai programmi di alcune formazioni minoritarie, destinati a rimanere, per mancanza di peso politico reale, semplici slogan elettorali.

Facciamo un solo esempio: il reddito di cittadinanza. Perché viene tanto attaccato da uno schieramento che va dalla Meloni a Fratoianni? Le ragioni sono tante: la vecchia retorica lavoristica della sinistra industrialista, la temuta sottrazione dei poveri al controllo clientelare dei sindaci ed al ricatto del lavoro sottopagato, la preferenza data ad una tutela sindacale allargata (che aborrisce anche il salario minimo per legge) difficile però da realizzare, la ridicola denuncia di una certa percentuale di truffe per ottenerlo, da parte di partiti che non si sono mai scandalizzati per i numerosissimi falsi invalidi e che danno per scontata l’evasione sociale come “difesa legittima” dalle troppe tasse. Ma questo sussidio che si ottiene automaticamente, senza bisogno di forche clientelari, e che consente ai lavoratori meno qualificati di rifiutare lavori massacranti e malpagati proprio non va giù ai partiti che aspirano al governo, a costo di perdere qualche voto soprattutto al Sud.

L’Agenda degli Invisibili, però, non può accontentarsi solo di un sia pur sacrosanto sostegno economico per legge. Ha bisogno di formulare visioni più ampie, che guardino al Sud del mondo ed ai suoi tentativi di politiche alternative, nella prospettiva di una transizione globale, che preservino i modi di produzione tradizionali, rispettosi dell’ambiente naturale, che contrastino profitti illeciti e superprofitti e ridiano centralità all'uomo e alle comunità.
Per questo ricordiamo che con il voto andranno sostenute comunque le formazioni politiche che offrano le maggiori tutele ai più indifesi, ma non ci stanchiamo di ripetere che soprattutto dal basso va costruito un movimento capace di praticare ed imporre pratiche sociali e produttive alternative al declinante sistema economico vigente. Una prospettiva che va certo al di là delle elezioni in corso, ma da cui gli Invisibili non possono prescindere, per essenziali ragioni di sopravvivenza e di qualità della vita.

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