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CONSULTE DEI CITTADINI: la caratteristica di quelle pattesi

22-03-2022 10:31 - News Generiche
La Consulta dei cittadini è un organo istituzionale del Comune, introdotto in Italia dal 1990, che serve a garantire una più ampia partecipazione dei cittadini alle scelte del governo locale, ma può avere varie modalità di composizione e di formazione.

IL PERCORSO PATTESE
A Patti l'istituto delle Consulte era stato introdotto nel luglio del 1995, sotto l'amministrazione del Prof. Salvatore Olivo (il primo sindaco scelto con l'elezione diretta): aveva già articolazione territoriale, ma la sua composizione era molto diversa da oggi. Di ogni Consulta facevano parte infatti: un Consigliere comunale, un Assessore, un cittadino residente in quella zona, un rappresentante delle Associazioni e un rappresentante delle formazioni sociali (partiti, sindacati, ecc.), che venivano scelti dal Consiglio Comunale tra gli iscritti nelle varie categorie. Non sappiamo per quanto tempo e come abbia funzionato questo strumento di democrazia partecipata e sarebbe forse interessante che chi lo ha sperimentato ne valutasse oggi l'utilità.
Nel 2013, comunque, quando un gruppo di abitanti del Centro Storico (che si erano organizzati in un Comitato di base durante i lavori di riqualificazione del rione San Nicola-Buccirìa) decise di rimettere in auge quell'istituzione comunale, propose delle scelte di radicale innovazione, poi sancite nel 2014 dal Consiglio Comunale, tramite l'approvazione del nuovo “Regolamento degli Istituti di Partecipazione”.

PRINCIPALI INNOVAZIONI:
· Oggi possono diventare membri delle Consulte esclusivamente i cittadini italiani residenti in una certa area, i cittadini stranieri che vi hanno la residenza da almeno 2 anni e le Associazioni che hanno in essa la propria sede.
· Non vengono scelti dal Consiglio, né eletti (come i membri dei Consigli di Quartiere delle grandi città) ma si autopropongono con una domanda di adesione.
· Le Consulte possono chiedere che proprie proposte siano incluse nell'O.d.G. del Consiglio Comunale e possono presentare propri pareri all'Amministrazione.
Quando nel 2013, scartata la precedente scelta del Consiglio, si discusse se e come eleggere i membri delle Consulte, si optò per la libera adesione perché l'elezione avrebbe potuto essere organizzata solo in concomitanza con quella del Consiglio, ma ciò avrebbe comportato una sovrapposizione con la politica cittadina (come avviene di fatto nelle grandi città per i Consigli di Quartiere) e creato un inutile doppione “minore” di rappresentanza. A questo stesso scopo il Coordinamento delle Consulte, 6 anni fa, si era autoimposto una norma, non prevista dallo Statuto, che imponeva a tutti i dirigenti delle consulte, che volessero candidarsi alle elezioni comunali, di dimettersi dal loro incarico almeno 6 mesi prima del voto.

COSA COMPORTANO QUESTE INNOVAZIONI?
· L'autoproposizione consente a tutti i cittadini italiani residenti a Patti (e a quelli stranieri che vi risiedono da almeno due anni) di fare parte liberamente delle Consulte, ma l'assenza di qualunque forma di elezione tra le autocandidature non conferisce a questi organi la natura di democrazia rappresentativa, impedendo loro di ritenersi espressione della volontà di tutti i cittadini: i membri delle Consulte rappresentano solo se stessi.
· Sono però organi di democrazia diretta, dato che possono avanzare proprie proposte al Consiglio, e possono essere organi di democrazia partecipata, se e quando le loro opinioni su determinati temi riescono ad influenzare le decisioni delle Amministrazioni. Ciò purtroppo non è automatico, dato che nel 2014 il Consiglio comunale non ha accettato di applicare al Regolamento il dettato dello Statuto Comunale (art. 44,c.4, che prevede l'obbligatorietà, su alcuni temi, del parere delle Consulte), rendendo il pronunciamento delle Consulte non solo mai vincolante per il decisore pubblico, ma neanche obbligatorio da chiedere. L'efficacia di proposte e pareri, in questo contesto, è perciò affidata ad una “concessione” dei governanti locali oppure è direttamente proporzionale alla capacità delle Consulte di coinvolgere il maggior numero di residenti e di trovare una buona eco nell'opinione pubblica cittadina.
Possiamo dire insomma che la peculiarità principale delle Consulte pattesi sta da un lato nell'indipendenza della loro composizione dagli schieramenti politici locali e dall'altro nella loro esigenza di rafforzare la propria natura di organo di democrazia diretta, attraverso una larga partecipazione al dibattito dei cittadini di una data porzione di territorio, anche se non ancora iscritti alla loro Consulta. Se accade invece, come è accaduto talora in passato, che le Consulte si limitino a dibattere solo tra gli iscritti o addirittura, come di recente ha imposto il Covid, solo tra i membri del Coordinamento cittadino, è evidente che le Amministrazioni ed il Consiglio possono facilmente dare meno peso alle loro richieste (come attesta il documento presentato alcune settimane fa dal Coordinamento uscente alla nuova Amministrazione).

CHE FARE?
Abbiamo voluto approfondire la storia e la natura istituzionale delle Consulte dei cittadini pattesi, perché oggi si apre un nuovo capitolo della loro storia e perché ci sembra importante ricordare sia a chi ne ha fatto parte per anni che ai nuovi iscritti quali siano i problemi che questi organi di democrazia diretta devono risolvere.
Ribadiamo innanzitutto che un passo avanti importante sarebbe, sotto il profilo istituzionale, che il nuovo Consiglio Comunale accettasse di dare finalmente applicazione al dettato dell'art. 44 c.4 dello Statuto, introducendo nel Regolamento un nuovo articolo, recante l'elenco delle materie su cui dovrebbe essere obbligatorio per le autorità comunali (Consiglio e Giunta) chiedere un parere alle Consulte.
Ricordiamo d'altra parte che l'unica “competenza” dei cittadini rispetto ai loro governanti è la conoscenza diretta e dal basso del loro territorio e della vita quotidiana che vi si svolge. È importante però che questa conoscenza specifica non si limiti ad una somma di richieste singole, ma diventi sguardo d'insieme sulla situazione di rioni, contrade e frazioni. È importante che le Consulte facciano inchieste sul loro territorio, raccolgano pareri tra i residenti, promuovano iniziative di mobilitazione collettiva. È importante che ai momenti di discussione più ristretta si alternino periodicamente riunioni allargate ed assemblee pubbliche. Pensiamo infatti che con un po' di fantasia e di buona volontà anche le altalenanti restrizioni sanitarie possano essere aggirate e che il diritto politico alla discussione pubblica ed alla formazione di una coscienza comune siano la base ineludibile di una democrazia effettiva e più efficace.


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