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PROTEZIONE CIVILE…DA TAVOLO!

11-06-2019 16:17 - News Generiche
Un Piano per la Protezione Civile in caso di calamità naturali (terremoti, incendi, tsunami, alluvioni, ecc.) dovrebbe essere tanto familiare ai cittadini, da poter essere messo in pratica quasi automaticamente, in quei momenti di grande panico che seguono ai disastri, in cui è difficile restare lucidi, e proprio per questo dovrebbe coincidere con quelle “vie di fuga” che da sempre la gente dei rioni cittadini, delle contrade e delle frazioni ha ritenuto luoghi sicuri e facili da raggiungere.
Se così non è e se si vogliono adottare nuove indicazioni e scelte (magari tecnicamente più corrette), è essenziale che queste nuove vie di fuga siano chiaramente indicate da un'efficace segnaletica (essenziale anche per i turisti), memorizzate con qualche piccola esercitazione e rese immediatamente ed effettivamente accessibili in ogni ora del giorno e della notte: altrimenti anche il Piano più perfetto resterà solo un gioco da tavolo, un più o meno abile esercizio di tecnica, utile solo ad ottemperare agli obblighi di legge, ma non a salvare le persone, che non potranno metterlo in pratica.
Il Piano di Protezione Civile pattese è stato redatto già da alcuni anni e da allora è stato presentato più volte alla cittadinanza, per ultimo in un confronto di qualche giorno fa (organizzato dalla Consulta dei Cittadini del Centro Storico e presieduto dal Sindaco e da due dei principali redattori), destinato ai cittadini dei rioni più antichi. Come sempre, dopo l'elaborata illustrazione, sono venute varie obiezioni e proposte dei cittadini, come sempre rintuzzate, ignorate o rinviate a non si sa quando (e non ci si stupisca, allora, se il numero dei convenuti è sempre più ridotto!).
Ma facciamo qualche esempio concreto e poniamo all'attenzione di tutti la pericolosità di alcuni “piccoli inconvenienti” del Piano.
Per l'ennesima volta, innanzitutto, rinviata a momenti migliori la creazione di un'adeguata segnaletica (a cui pure da anni aveva offerto di contribuire il Lyons Club di Patti), scartata a priori la possibilità di esercitazioni di rione (pur esplicitamente previste dalla Circolare del Capo del Dipartimento della Protezione Civile del 28/05/2010, che parla di esercitazioni anche a livello comunale) e posposto a non si sa quando il censimento dei disabili, da soccorrere con mezzi idonei.
Ma veniamo alla realtà territoriale. Per il Centro Storico sono previste 3 Aree di Attesa (quelle in cui i cittadini dovrebbero accorrere appena usciti di casa): il Campo Sportivo del Seminario, il Parco Comunale (detto Robinson) e la Villa Comunale. Tre aree rigorosamente chiuse ogni notte (già dalle 20,00), ma non di rado rinserrate anche di giorno, con cancelli e catenacci, le cui chiavi sono in mano di privati. Chi li aprirebbe in caso di calamità? I cittadini chiedono l'eliminazione dei lucchetti, il Sindaco oppone lo scarso spirito civico della gioventù cittadina (ma quella in realtà non ha problemi a scavalcare comunque!), e ribatte che i cittadini potranno ammassarsi davanti ai cancelli, in attesa che qualcuno si decida ad aprire, e poi entrare. Tenuto conto che al Robinson dovrebbero accedere sia parte del Centro Storico che parte del rione Centro città, non è difficile immaginare lo scenario di una folla che scende al buio dalla disastrata scalinata di accesso dalla piazza principale. E' facile immaginare allora che le persone preferiranno restare in Piazza Marconi o addirittura in Piazza San Nicola (oggi da considerarsi pericolosa, in effetti, solo in caso di alluvione, dopo la scellerata eliminazione dello storico rialzo centrale durante i recenti lavori di “riqualificazione”).
E veniamo alle vie da percorrere: a piedi e solo quelle principali, più sicure ma obiettivamente troppo lunghe per persone anziane: pensate a chi dovrebbe scendere dal rione San Michele fino al Parco Comunale lungo Via Garibaldi, scartando lo storico riparo del lungofiume Provvidenza, pericoloso solo in caso di esondazione e solo perché da anni l'Amministrazione ignora le misure di messe in sicurezza dettate dal Genio Civile su richiesta delle Consulte.
Alcune vie, inoltre, potrebbero essere già ostruite da crolli e si dovrebbe allora aspettare l'indicazione dei pochi volontari della Protezione Civile, che dovrebbero ricevere notizie via cellulare (e se, come spesso avviene, ogni comunicazione telefonica fosse interrotta?). La Consulta ha proposto di individuare per ogni rione, come immediato punto di riferimento, alcuni cittadini che conoscano bene i rischi potenziali della loro zona. Proposta sdegnosamente respinta dal Sindaco come addirittura pericolosa, perché violerebbe la “catena di comando”, che lo vede al vertice: chi voglia collaborare, dovrà iscriversi prima alla Protezione Civile.
Questo lo stato del dibattito tra cittadini e amministrazione e siamo sicuri che, zona per zona, sarebbero ugualmente numerose le osservazioni degli abitanti, sostenute da un'ancora viva memoria storica e dall'insostituibile conoscenza diretta di luoghi, due elementi essenziali per ogni adeguata prevenzione dei rischi.
Ribadiamo perciò, ancora una volta, che senza coinvolgimento PREVENTIVO ed EFFETTIVO delle persone nella stesura dei piani, nessuna “catena di comando” sarà mai efficace.


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