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MERCATO DELLE ERBE: lascia o raddoppia?

14-01-2018 15:14 - News Generiche
Mentre si chiudeva, con l´arrivo dell´inverno, la seconda sessione autunnale del nostro Mercato delle Erbe, ci è giunta da più parti la sollecitazione ad assicurarne la continuità, ad allargarlo ed a moltiplicarne le sedi.
Ciò non può che farci piacere, perché testimonia quanto sia i coltivatori che i cittadini abbiano fatta propria questa iniziativa, riconoscendone i vantaggi economici e sociali: il nostro mercato settimanale, infatti, attivo dalla primavera del 2016, non è solo un luogo di vendita diretta di prodotti agricoli a Km zero, ma anche un´occasione, per i piccoli coltivatori, di integrare il proprio reddito e di scambiare pratiche ed esperienze e, per tutti, di ritrovarsi in un piacevole luogo di incontro e di confronto, che contrasta la tendenza all´abbandono del Centro Storico.
La nostra associazione culturale, però, non può garantire da sola un´iniziativa costante, né una presenza in più luoghi (sia all´interno degli antichi rioni, sia in altre zone del nostro territorio). Non può garantire inoltre, per un mercato duraturo, quel controllo sulla qualità dei prodotti messi in vendita, affidato momentaneamente alla fiducia nell´autocertificazione dei partecipanti, ma che avrebbe bisogno, col tempo, di un quadro più rigoroso di regole condivise e di verifiche oggettive. Il nostro proposito iniziale del resto, era semplicemente quello di gestire un´iniziativa di poche settimane, soprattutto per dimostrare, agli enti istituzionalmente preposti all´organizzazione di un Mercato del Contadino, che anche nel nostro territorio esiste la possibilità di questo tipo di vendita ed inoltre per riportare i nostri concittadini alla quotidiana frequentazione del Centro Storico.
Il successo dell´iniziativa, però, non è bastato a stimolare le istituzioni politiche (nonostante qualche precipitosa dichiarazione di intenti) e gli enti di categoria (prima fra tutti la latitante Coldiretti) a fare propria l´organizzazione di uno sbocco diretto dei prodotti agricoli locali. Gli amministratori di ieri e di oggi sono apparsi più propensi a valutare il diverso peso elettorale di piccoli contadini e commercianti, dando la palma a questi ultimi e scambiando la democrazia per una semplice raccolta di voti, che prescinde dai progetti complessivi e dall´equilibrato governo del territorio. Né, finora, si sono fatte avanti concretamente altre associazioni, che pure erano apparse interessate a condividere la gestione del nostro Mercato delle Erbe.
Le alternative che oggi ci si pongono, dunque, sono due (considerato che non ci sono prospettive convincenti di un diverso atteggiamento delle istituzioni): quella di mettere fine all´esperimento, valutando magari la possibilità di altre forme di fiere rionali periodiche, oppure quella di creare una rete stabile di associazioni e coltivatori, che condivida, con la piena responsabilità di ognuno, prospettive e forme già sperimentate positivamente nel nostro Mercato delle Erbe.
Elenchiamo brevemente le caratteristiche che riteniamo irrinunciabili:
1.la provenienza a Km zero dei prodotti e la garanzia che siano coltivati con metodi tradizionali e senza l´uso di prodotti chimici;
2.il ruolo prevalente di coltivatore diretto dei partecipanti: una qualifica che può essere attestata da specifici certificati comunali, anche se la legislazione nazionale da qualche anno tende a farla scomparire, sostituendola con quella di "imprenditore agricolo", ma che è oggi l´unica che le norme europee esentano da una serie di obblighi, a tutela di "una flessibilità, che permetta di continuare ad utilizzare metodi tradizionali in ogni fase della produzione, trasformazione o distribuzione di alimenti" (come si dichiara esplicitamente nelle considerazioni iniziali - commi 9 e 16 - al Regolamento CE n. 852/2004);
3.la vendita in piazza dei prodotti che, al contrario di un´eventuale distribuzione organizzata porta a porta (esposta al rischio di diventare una sovrastruttura di tipo commerciale o, peggio, monopolistica, con un´incontrollabile lievitazione dei costi), è l´unica forma di vendita che consente il confronto diretto tra coltivatori e la salvaguardia di un´essenziale socializzazione tra quelli che non sono solo produttori e consumatori, ma soprattutto persone, che hanno voglia di condividere esperienze e cultura.

Prima di mettere fine al nostro Mercato delle Erbe, lanciamo perciò un appello a quanti vi hanno partecipato finora ed alle Associazioni impegnate nel recupero dell´identità dei luoghi e nel sostegno di "colture e culture" del territorio, perché si verifichi, in tempi brevi, la possibilità di una rete strutturata che sostenga, con maggiore forza organizzativa della nostra, strutture di mercato agricolo più stabili e diffuse.
Ci faremo carico, ai primi di febbraio, di organizzare un dibattito aperto, che chiarisca punti di vista e disponibilità di ognuno dei diretti interessati e consenta a tutti di avanzare proposte ed osservazioni.


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