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LE TANTE MADRI ADDOLORATE DEGLI INVISIBILI SICILIANI

01-10-2017 15:49 - Cenni storici
La Sicilia è la regione italiana in cui è più diffuso il culto della Madonna Addolorata (la madre di Gesù durante la Passione), raffigurata quasi sempre con vesti nere o viola, con una o più spade nel cuore e con gli occhi tristi rivolti al cielo.
Diffuso come culto cattolico tra il ´600 ed il ´700 (dunque in Sicilia tramite gli Spagnoli), il mito della madre dolente per la perdita del figlio, già celebrato in Italia nelle laudi che hanno inaugurato la nostra letteratura, affonda nell´isola le sue radici molto prima, nel lutto disperato della dea greca Demetra (la Cerere latina), a cui il dio degli Inferi ha rapito ai piedi dell´Etna la figlia Kore (Proserpina), ma che otterrà infine da Zeus, costretto dall´improvvisa sterilità della terra a placare l´ira della dea della fertilità, il ritorno in superficie della figlia almeno all´inizio di ogni primavera (quando anche il mondo cattolico celebra la Resurrezione della Pasqua).
La versione cattolica, però, forse anche per l´influsso spagnolo, conserva, per la perdita prematura e definitiva dell´unico figlio maschio, una drammaticità più cupa e muta, priva del potere e della capacità di vendetta di una dea, e più vicina, perciò, alla silenziosa disperazione delle madri siciliane, che la dura e povera vita dei contadini e dei pescatori ha privato per secoli di figli, morti di malaria nelle pianure dei mietitori, inghiottiti dalle tempeste del mare (nella foto accanto: un fotogramma de "La terra trema" di Luchino Visconti, girato ad Acitrezza), sepolti nelle miniere di zolfo in Sicilia o in quelle di carbone del Belgio, inghiottiti dalla lontananza dell´emigrazione o chiamati a morire nelle tante, inutili guerre a cui i giovani Siciliani hanno sempre pagato un alto tributo.
E la geografia del culto dell´Addolorata in Sicilia, insieme ad alcuni particolari rituali, rivela questa lunga scia di dolore delle madri degli Invisibili. Nel nostro paese, ad esempio, è Marina di Patti, che festeggia a metà settembre la Madre Dolente, con una tipica processione a mare, formata un tempo solo dai pescherecci e dalle barche dei pescatori ed un po´ appannata oggi da un´omologazione festaiola, che cancella le radici più profonde del culto.
D´altra parte la commozione profonda, che il passaggio conclusivo della Varetta dell´Addolorata, durante la processione del Venerdì Santo, suscita sempre in tutte le madri, rivela un´insopprimibile identificazione con il dolore, che nasce dalla condizione delle donne di tutte le classi sociali in Sicilia, donne invisibili, relegate per secoli in ruoli prevalentemente familiari, in cui i sentimenti si ingigantiscono e la sensibilità dolorosa alimenta una malinconia costante. Ne dà prova, a Patti, il culto di Maria Santissima Desolata nella Chiesa di Sant´Ippolito, onorato ancora ai primi del ´900 da sette nobili dame del rione, che le fecero costruire una cappella laterale ed un gruppo statuario, ed il trattamento particolare riservato alla "varetta" dell´Addolorata, che dal 1948 è l´unica che rimane esposta tutto l´anno all´interno della Chiesa di San Michele.
Sono tante e suggestive le forme di comunicazione degli Invisibili, che raramente affiorano alla parola, privilegiando invece il sotterraneo simbolismo del vissuto.




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