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Di cosa è morto il cucciolo dell´Acquedotto?

11-08-2015 17:09 - News Generiche
Il referto stilato dai veterinari del Distretto Veterinario di Patti dell´ASP 5 di Messina (dott. Spanò e Pantano), di cui oggi ci è stato possibile solo prendere visione, formula, per la morte di Achille, il primo dei cuccioli morti alla Centrale idrica di Patti, solo una diagnosi in negativo.
Per il cucciolo, infatti, i due dottori hanno solo escluso un possibile avvelenamento, perché, in base al loro esame, non presentava tracce di sangue, di bava, di stravasi emorragici o di congestione ad alcuna mucosa esplorabile dall´esterno (bocca, naso, cavità anale). I veterinari, inoltre, attestano di non aver trovato nell´area circostante esche avvelenate né tracce di vomito o di feci emorragiche.
Per questa ragione hanno ordinato lo smaltimento e la distruzione del corpo del cucciolo.
Non compete certo a noi entrare nel merito di una diagnosi professionale, ma non possiamo esimerci dal sottolineare alcune lacune ed imprecisioni. Innanzitutto, di cosa è morto il cane? Nessuna diagnosi positiva di morte viene infatti avanzata. Come mai non si tiene conto del malessere contemporaneo degli altri animali? Inoltre l´area della Centrale è molto grande e comprende una serie innumerevole di angoli, grandi tubi ed anfratti in cui l´animale può avere cercato un rifugio isolato (come è tipico dei cani che devono vomitare o che vanno in diarrea): come hanno fatto i veterinari, in una mezz´oretta, ad ispezionare quell´area?
Il cane si trovava, infine, in una posizione innaturale, come è visibile nella foto: le zampe posteriori allungate, il ventre a terra e la testa rivolta da una parte, quasi in torsione. Lo stomaco, inoltre, a cui l´animale doveva provare un forte bruciore, era posato su un tubo d´acqua fredda. Non sarebbe stato meglio procedere anche a un´ispezione delle mucose interne?
Ma certo questi sono, ripetiamo, gratuiti dubbi di profani. Come hanno fatto, però, i veterinari a non vedere le tracce di vomito del cucciolo che appena un´ora prima (come si vede nella foto che abbiamo pubblicato ieri) aveva rimesso e sbavato accanto a quello morto?
Ed infine, il fatto che essi precisino che non era stata fatta nessuna dichiarazione al Servizio Veterinario della presenza degli animali in quel luogo, come si concilia con la segnalazione fatta al Sindaco dall´Associazione animalista AIMA CIVE più di 10 giorni prima? Ricordiamo infatti che in base all´art.6 (comma 3) del Regolamento comunale sugli animali d´affezione, il Sindaco avrebbe dovuto incaricare la Polizia Municipale di fare "i debiti riscontri in merito alle segnalazioni ricevute" e di "inviare apposita segnalazione al servizio sanità".
Certo una diagnosi di sospetto avvelenamento avrebbe creato fastidio ed imbarazzo al primo cittadino, che già il 21 gennaio di quest´anno, dopo l´avvelenamento di alcuni gatti al Parco Robinson di Patti, aveva disatteso le prescrizioni dei veterinari sulla necessità di transennare l´area infetta da possibili bocconi avvelenati, di apporre appositi cartelli di segnalazione e di procedere alla bonifica, in base all´Ordinanza Ministeriale del 10/02/12. A maggior ragione il Sindaco avrebbe avuto problemi ad intervenire nell´area della Centrale Idrica del paese.
L´esclusione dell´avvelenamento gli facilita, questa volta, le cose. Ma cosa pensare se per gli altri cuccioli soccorsi alla Centrale idrica verrà confermata la diagnosi di avvelenamento formulata dallo studio veterinario di Barcellona?

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