TARI: METAMORFOSI DI UN CONTRATTO

22-10-2022 16:15 -

La Tassa sui Rifiuti è stata concepita dal legislatore non come il pagamento per l’effettivo uso di un servizio, ma come un tributo generico, che il Comune esige per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel proprio territorio, sul semplice (e discutibile) presupposto che il possesso di locali o aree scoperte sia di per sé suscettibile di produrre rifiuti (una piccola patrimoniale, insomma). Bisogna aggiungere che ogni Comune può mitigare il carattere astratto del tributo adottando un tariffario, che tenga conto di agevolazioni di vario tipo, legate per lo più al numero di occupanti dei locali o al fatto che non vi abiti nessuno per buona parte dell’anno (due cose molto più determinanti, per ipotizzare il volume di rifiuti prodotti, che non i metri quadri dei locali). Alcuni Comuni inoltre vanno oggi in una direzione ancora più equa, adottando vari sistemi per calcolare l’effettivo quantitativo di rifiuti gettati da ogni utente (secondo il principio “chi sporca paga”) e tassando così in rapporto ai rifiuti prodotti veramente ed alla capacità di ciascun contribuente di differenziare al meglio questi rifiuti.
Ma il “peccato originale” della TARI resta e si aggrava quando a raccogliere i rifiuti non è il Comune direttamente, ma una Ditta privata, a cui il Comune appalta il servizio in base ad un Bando e ad un Contratto, sottoscritto dall'Amministrazione, ma pagato per intero dai cittadini: in questo caso, infatti, le Amministrazioni non solo modulano come ritengono più opportuno il servizio, ma possono anche modificarlo, introducendo variazioni concordate solo con il gestore, con oneri originariamente non previsti, il cui costo aggiuntivo (secondo la logica generale della legge) viene scaricato paritariamente su tutti gli utenti, senza distinguere chi tra loro sia più o meno avvantaggiato dalle innovazioni.

Com’è la situazione a Patti?
Fino al 2011 il servizio di raccolta rifiuti era stato svolto dai contestatissimi ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), nati nel 1997 dopo il recepimento in Italia di normative europee, che in Sicilia si erano dimostrati particolarmente inefficienti, grazie anche alla chiusura delle discariche comunali ed alla sempre più costosa gestione delle discariche regionali (problema ancora non risolto). Aboliti nel 2012, gli ATO sono stati sostituiti dagli ARO (Ambiti di Raccolta Ottimale), con territorio e gestione comunali, ma il passaggio tra le due strutture è stato travagliato.

Fino al 2017 la raccolta dei rifiuti è stata effettuata a Patti essenzialmente tramite cassonetti stradali indifferenziati ed eseguita (come accadeva già con gli ATO) da una ditta privata, scelta però dal 2013 in una situazione di deroga, dato che, in mancanza dell’approvazione del Piano d'Ambito, che avrebbe dato il via a forme regolarmente appaltate del servizio di raccolta, per mesi si è andati da un'Ordinanza Sindacale all'altra, oppure affidando il servizio “con procedura negoziata” (una “procedura di affidamento in cui le stazioni appaltanti consultano alcuni operatori economici da loro scelti e negoziano con uno o più di essi le condizioni dell'appalto”). Queste procedure, perfettamente legali a norma del Decreto legislativo n.152/2006, erano state indicate dalla Regione Sicilia per favorire il complesso passaggio burocratico della gestione rifiuti dagli ATO regionali agli ARO comunali, senza che si creassero soste nella raccolta, pericolose per l'igiene del territorio e per la salute dei cittadini. Alcuni Comuni siciliani, però, (per l'esattezza 74, di cui 20 in provincia di Messina) avrebbero abusato, secondo l'Assessorato regionale, della possibilità di usare il metodo dell’Ordinanza, mettendo così a rischio la trasparenza degli appalti. Perciò nel 2015 l'assessore Contrafatto aveva segnalato questi sindaci (compreso quello di Patti) al Presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone: dal giugno 2013 al maggio 2015 in effetti il Sindaco di Patti aveva affidato il servizio di raccolta rifiuti alla CARUTER di Brolo, inizialmente con gara informale e poi sempre con Ordinanze d’urgenza. Anche dopo questa segnalazione, però, (considerata evidentemente dall’Anticorruzione non lesiva degli obblighi di trasparenza negli appalti), il servizio di raccolta era stato affidato a Patti, dal maggio 2015 fino al maggio 2017, alla PIZZO di Montagnareale, prima con gara informale e poi sempre con Ordinanze d’urgenza (dal novembre 2015 – con la n.190 - e poi nel maggio 2016 – con la n. 90 - anche per la differenziata sperimentale).

Nel luglio del 2016, comunque, il Comune aveva aperto finalmente la procedura per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti, approvando il Bando e il disciplinare di Gara. Un anno dopo l’UREGA (Ufficio Regionale per l’espletamento delle Gare di Appalto) di Messina proclamava vincitrice la Caruter-Gilma di Brolo, con un ribasso del 12,57%. Ma a settembre la Pizzo-Onofaro, seconda classificata, presentava al TAR un ricorso, che veniva accolto 2 mesi dopo. Nel gennaio del 2018 il Comune di Patti affidava perciò il servizio alla Pizzo-Onofaro, con un ribasso dell’11,20% (che comportava un importo contrattuale di 6.167.525,06 euro per 7 anni – 2018/2024 - ovvero di 73.422 euro al mese e di 881.064 euro l’anno) riservandosi di revocare l’affidamento se intanto fosse stato approvato dalla C.G.A. siciliana il controricorso presentato dalla Caruter (che sarà invece poi respinto dalla CGA nell’aprile 2018). Nel dicembre 2017 comunque, “nelle more dell’aggiudicazione definitiva dell’appalto”, il Sindaco aveva già emesso un’Ordinanza (la 212/17), con cui aveva affidato il servizio di raccolta alla ditta Pizzo per tutto il 2018.

Ad ottobre 2018 lo stesso Raggruppamento Temporaneo di Imprese (Pizzo-Onofaro) aveva garantito al Comune anche il servizio di raccolta differenziata, “conferendo nella piattaforma di Contrada Mulinello (la PI.ECO) tutti materiali elencati nell’Ordinanza Sindacale n.165 del 02/10/2018”: era iniziato così, accompagnato da una repentina scomparsa di tutti i cassonetti stradali, il passaggio alla raccolta differenziata su tutto il territorio pattese, pubblicizzata da una capillare “campagna di sensibilizzazione” (costata 18.000 euro per 2 anni), imperniata sullo slogan “Nessuno strappo alle regole!”.

Nel dicembre del 2018 finalmente veniva stipulato il definitivo Contratto d’appalto tra il Comune di Patti e le ditte “Pizzo-Onofaro”, che prevedeva “il servizio manuale e/o meccanizzato di spazzamento, pulizia e diserbo delle aree pubbliche, veicolari e pedonali, di quelle private soggette ad uso pubblico e di aiuole e viali interni dei giardini pubblici; il servizio di raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati, compresi quelli cimiteriali; la raccolta differenziata di particolari categorie di rifiuti domestici e di materassi, poltrone, divani e sedie imbottite e la raccolta dei rifiuti pericolosi (farmaci, pile, vernici); la sanificazione dei cassonetti; la pulizia delle aree di mercato; il trasporto e il conferimento alla destinazione finale dei rifiuti raccolti.”. Restavano esclusi dall'appalto il conferimento dei rifiuti differenziati e il conferimento dell’organico della differenziata presso gli impianti di compostaggio, il cui onere restava a carico del Comune.

Dal marzo 2019, però, a soli 3 mesi della sua entrata in vigore, il contratto subiva un primo ritocco, che inaugurava una serie di metamorfosi, con un costante e progressivo aggravio del costo della raccolta, compensato in parte dall'eliminazione di alcuni servizi, in parte dalla cessione alla ditta privata di tutti i proventi ricavati dalla differenziata, ma alla fine, ineluttabilmente, nel 2021, dall'aumento delle tariffe. Gli aumenti inoltre venivano suddivisi parimenti su tutti gli utenti TARI, indipendentemente dall'effettiva utilizzazione dei servizi aggiuntivi. Va detto comunque, prima di analizzare queste modifiche contrattuali, che il loro costo si è aggiunto a due elementi generali del crescere del costo rifiuti: uno siciliano (e cioè il problema delle discariche), l’altro globale (e cioè la proliferazione esponenziale dei rifiuti, dovuta alla sempre più rapida obsolescenza degli oggetti).

Ma torniamo alle metamorfosi pattesi del contratto.
· Nel marzo del 2019 una Delibera di Giunta approvava uno “Schema di convenzione”, con cui alle ditte private che curavano la raccolta si affidava la consegna dei rifiuti differenziati ai consorzi CONAI (imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) e RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), cedendo loro anche i relativi guadagni, e ci si impegnava a pagare loro, per il trasporto della frazione organica in impianti idonei, 145 euro a tonnellata.
· Nel giugno del 2019, con la Delibera di Giunta n. 163 del 28/06/19, il Contratto veniva corposamente ridefinito, sia per un considerevole aumento (2.547) delle utenze Tari da servire (dovuto in piccola parte alla parziale emersione dell’evasione totale, ma soprattutto all'inclusione, imposta dalla Regione, delle aree urbane ad est del Timeto, che il Comune aveva inizialmente escluso dal servizio, perché difficili da raggiungere e fortemente sparpagliate in piccoli e piccolissimi agglomerati), che comportava un costo aggiuntivo di 133 euro annui per ogni nuovo utente, sia per la concessione alle “utenze critiche” di una raccolta giornaliera di pannolini e pannoloni, il cui costo aggiuntivo (di 24.477 euro) veniva spalmato sull'intera utenza. In compensazione di queste modifiche, la ditta veniva esentata da alcuni obblighi contrattuali e precisamente: “12 interventi annui di raccolta con punto mobile, 2 interventi annui di monitoraggio con Drone, l’apertura del Centro di Raccolta sabato pomeriggio e domenica mattina, la pulizia di caditoie e pozzetti, la fornitura delle compostiere maxi da 980l, la fornitura di 10 totem schiaccia-bottiglie”. Il costo annuo dell’appalto saliva comunque da 881.064 a 1.294.084,80 euro.
· Nel 2018 e nel 2019 (come si legge nei Piani Tari) il Comune decideva di promuovere il compostaggio domestico ed acquistava 400 compostiere da 370 l, con un costo di 17.760 euro nel 2018 e di 20.000 euro nel 2019; le distribuiva in comodato d'uso gratuito a 800 utenti, che, oltre alla compostiera gratuita (o a prezzo agevolato del 30%), hanno usufruito anche di uno sconto del 20% sulla Tari. Il costo delle compostiere, però, veniva spalmato su tutti i contribuenti, a cui si facevano pagare anche 14.430 euro per i sacchetti della raccolta porta a porta (utilizzati nel 2018 solo da 1.300 utenze, situate in poche zone del paese) e 16.250 euro per lo stesso numero di utenze nel 2019, quando in realtà in tutto il territorio comunale i sacchetti erano stati ormai sostituiti dai contenitori colorati, consegnati dal gestore “in comodato d'uso gratuito”.
· A fine gennaio 2020 si stipulava con il gestore una Convenzione per una “messa in riserva” (uno stoccaggio temporaneo, che la legge consente per un massimo di 3 anni) di “tutto l’organico che la piattaforma sul Timeto può contenere”. Nel giugno 2020 si chiedeva al gestore lo svuotamento domenicale e festivo dei cestini presenti nelle zone balneari nel periodo giugno-settembre, per la somma di 6.435 euro (un supplemento di servizio che diventerà abituale, con costo crescente, e sarà adottato anche dalla nuova Amministrazione, che nel giugno ’22 lo ha pagato 31.865 euro), suddivisa al solito anche tra gli utenti delle altre zone del paese. Nello stesso mese, consapevole dell’aumento, soprattutto in estate, dei sacchetti senza contenitore, utilizzati dai turisti per mancanza di alternative (dato che molte case d’affitto estivo non sono iscritte al ruolo Tari), il Comune, invece di porvi rimedio con un controllo più rigoroso, con una Delibera di Giunta ha stipulato, per 190.000 euro, un accordo con una ditta trapanese (la “Vincenzo D’Angelo”), per una raccolta straordinaria dell’indifferenziata nei mesi di giugno, luglio e agosto, “tenuto conto della maggiore produzione di rifiuti nei mesi estivi”.

Perché critichiamo queste metamorfosi? Non perché ci sia nulla di illegale nell'averle adottate, ma perché non hanno mai mirato all'obiettivo di far pagare per i rifiuti realmente prodotti (neanche quando gli utilizzatori di determinati servizi aggiuntivi sarebbero stati facilmente individuabili) e perché per la loro adozione non si sono mai coinvolti i cittadini in decisioni che incidevano sui loro pagamenti, limitandosi solo a pubblicizzare decisioni già prese.
Oggi l’Amministrazione attende che il Contratto pattese con i gestori del servizio, con le sue tante modifiche, scada (nel 2025!), mentre i cittadini pagano costi più elevati. Ma come si procederà per formularne uno nuovo? Si seguiranno i principi di democrazia partecipativa, per recepire le indicazioni dei cittadini, e il principio di pagamento dei rifiuti realmente prodotti (“chi sporca paga”)? Si punterà ad abbassare la Tari incassando direttamente i proventi della differenziazione e del riciclo, o si continuerà a cederli ai privati? Si introdurranno agevolazioni per i comportamenti virtuosi, o si continuerà a condannare inutilmente a parole evasori ed indisciplinati? Si costruirà finalmente una piattaforma pubblica in cui stoccare i rifiuti differenziati, o si continuerà a pagare un centro di raccolta privato?
Riflettere sull'opportunità delle scelte passate ci auguriamo possa servire ad assumere scelte future più oculate.