PICCOLI SEGNALI DI STAGNAZIONE

23-05-2022 17:27 -

“Bisogna che qualcosa cambi, perché tutto rimanga come prima!”: la frase più famosa del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa è pronunciata dal nobile Tancredi, fattosi improvvisamente garibaldino, per rassicurare lo “zione” Principe che la sua scelta apparentemente rivoluzionaria in realtà non tradisce l’aristocrazia terriera al potere, ma anzi, le consente di sopravvivere all'inevitabile mutare dei tempi ed alla rivolta contadina, riconducendo il rischio di mutamento radicale all'accettazione di modifiche da poco.

È una frase che (fatte le debite differenze di dimensione storica) ci è venuta alla mente più volte, osservando i primi sette mesi di lavoro della nuova Amministrazione pattese, che dopo 10 anni di sistema di governo “aquiniano”, aveva aperto timide speranze di cambiamento. Se non neghiamo, infatti, qualche felice iniziativa di passo diverso, sono purtroppo sempre più numerosi i piccoli segnali, che dimostrano come il “sistema paese” (cioè i rapporti politici e sociali prevalenti a Patti ed il metodo di governo del territorio ad essi congeniale) difficilmente possa mutare, di modo che l’alternanza diventa solo l’altra faccia di un identico dio bifronte.
Facciamo qualche esempio, augurandoci che si tratti solo di piccoli “passi falsi” e non di un rapido ritorno al “già visto”. Andiamo in ordine cronologico.

1) Da fine dicembre (cioè da circa un mese e mezzo dall'inizio del nuovo assetto amministrativo) sono stati chiusi i cancelli del PARCO COMUNALE. Chi segue il nostro sito sa quanto ci siamo battuti in passato perché il Parco ritrovasse e mantenesse il suo ruolo naturale di polmone verde e la sua funzione di area di gioco per i bambini e di spazio-relax per gli adulti, contro i tentativi ripetuti della passata Amministrazione di farne l’ennesimo spazio-ritrovo da aperitivo, con relativi eventi estivi serali, alternati a chiusure ed abbandono nel resto dell’anno. La scelta perciò della nuova Giunta di chiudere il Parco da fine dicembre (senza neanche affiggere ai cancelli un cartello che indicasse i motivi ed i tempi della chiusura), seppur motivata, pare, da esigenze di rifacimento della pavimentazione della scalinata di accesso da Piazza Marconi (operazione che certo non poteva richiedere i 5 mesi ormai trascorsi), insieme all'inesorabile inselvatichirsi dell’area (ben visibile dall'esterno) ci sembra resti nel solco delle scelte degli ultimi anni, mentre sarebbe bastato recintare l’area su cui si doveva intervenire, chiudere il solo cancello di accesso di Piazza Marconi e ripulire dalle erbacce il Parco, per dimostrare una volontà di utilizzo diversa e più vicina alle esigenze dei comuni cittadini.

2) Da marzo l’antico rione della Buccirìa, al Centro Storico, è invaso dal fetore insopportabile e pericoloso per la salute pubblica di una FOGNATURA intasata in Via Antonello da Messina. Dato che la nostra sede è a pochi passi da lì, abbiamo comunicato quasi subito il problema al Comune usando il nuovo strumento telematico del “tutor civico” (Open Segnalazioni). Constatato però il nulla ottenuto (ed abbiamo già illustrato su questo sito, proprio nel pezzo precedente, come questo sistema vada migliorato, per non restare una facciata vuota), abbiamo fatto una richiesta protocollata di ispezione al Servizio di Igiene Pubblica dell’ASP, all'Ufficio Tecnico Comunale ed ai Vigili Urbani. Dopo due giorni l’Asp ha allertato il Comune sull'esigenza di un intervento immediato, per tutelare la salute pubblica. Il Comune ha ispezionato e, rilevata la responsabilità di alcuni privati, li ha gentilmente invitati ad intervenire. Alcuni hanno provveduto, altri no. Così il problema perdura. Abbiamo allora sollecitato il Comune ad emettere un’Ordinanza (basandosi sul parere scritto del Servizio di Igiene) o ad intervenire in via sostitutiva, considerato anche che in piazzetta Greco, a pochi passi dalle esalazioni della fogna, giocano molti bambini (solo indiani e albanesi, purtroppo: se ci fosse stato qualche piccolo ucraino, forse avremmo avuto qualche speranza in più di suscitare la sensibilità “selettiva” che al momento prevale). Aspettiamo ora con ansia che un’improvvisa illuminazione conduca la nuova Giunta ed i suoi tecnici a trovare una soluzione, che tuteli la salute pubblica e ridia un minimo di dignità a questa zona del Centro Storico.

3) A fine aprile il Consiglio Comunale ha approvato il “nuovo” PIANO TARI, con un aumento delle Tariffe di circa il 35%, che ricalca quello presentato l’anno scorso dalla Giunta Aquino, bocciato con sdegno da molti Consiglieri che oggi siedono nella maggioranza. Si è ammesso apertamente il clamoroso “ripensamento”, giustificandolo (solo da qualche parte) con tempi troppo stretti per innovare, ma promettendo future correzioni di rotta, che si sarebbero però potute già imboccare se si fosse rivisto subito il Contratto con il gestore del servizio, che scarica di fatto tutti gli aumenti dei costi sui cittadini, lasciando per intero al solo gestore il guadagno ottenuto dalla raccolta differenziata e dalla vendita ai Consorzi dei materiali riciclabili. Possibile che su un tema così importante non si fosse già previsto per tempo un rapido metodo di intervento?

4) Ai primi di maggio sono state proclamate le nuove CONSULTE TERRITORIALI DEI CITTADINI. Al momento di eleggere le nuove strutture dirigenti di ogni Consulta (Presidente, Vicepresidente e Segretario), l’Assessore alla Partecipazione Civica ci ha fatto sapere che quest’anno non si sarebbe usato il metodo ormai acquisito dei 2 voti per 3 cariche, con il più votato come Presidente, ma una forma nuova, con nominativi separati per le 3 cariche e dunque con l’indicazione di 3 nomi per 3 cariche da affidare, una procedura che contrasta con le elezioni democratiche (comprese persino quelle dei rappresentanti dei genitori a scuola), in cui le preferenze sono sempre inferiori al numero delle persone da eleggere, per impedire accordi preventivi di maggioranza e lasciare spazio anche alle scelte di eventuali minoranze. Risultato: in ogni consulta è bastato l’accordo del gruppo di amici più numeroso per eleggere alla Presidenza un proprio rappresentante, cosa che potrebbe portare a richieste legate ad interessi parziali e che ha avuto subito come effetto il poco edificante spettacolo di elezioni precostituite, di disperati attaccamenti alle “poltrone” e di lotte per il potere, più adatte forse a poteri reali, che non a quelli delle Consulte, già tanto ridotti da aver spinto molti cittadini, che avevano già fatto questa esperienza, a non iscriversi più. Torna insomma il buon metodo Aquino, di avere per le Consulte portavoce “ragionevoli”, ben disposti al dialogo istituzionale: partecipazione si, ma “costruttiva”.

Piccoli segnali di stagnazione, dicevamo all'inizio, possibili inciampi di quegli inizi di gestione, che certo non sono mai facili. Per questo abbiamo atteso settimane prima di segnalarli, ma ora ci sembra che i tempi siano maturi per proporli in riflessione ad un’opinione pubblica forse un po’ troppo (se pur comprensibilmente) rassegnata.