L’ITALIETTA DEL GREEN PASS VA ALLA GUERRA?

15-03-2022 17:14 -

Che il green pass non sia uno strumento sanitario, idoneo a contenere la pandemia da Covid, è ammesso ormai senza vergogna anche da chi lo ha imposto, che tranquillamente lo difende solo come strumento di coercizione e di “punizione” verso i cittadini renitenti al vaccino. Eppure la maggioranza degli Italiani (soprattutto se vaccinati, naturalmente) lo ha accolto entusiasticamente come strumento utile sia a contenere le infezioni che a liberare da ogni restrizione i “buoni cittadini”.

È l’insopportabile Italietta del green pass, che ha dilagato per mesi senza ritegno sui mezzi di comunicazione, scagliandosi con odio contro i non vaccinati, come se fossero gli untori di manzoniana memoria, e che oggi, passata di moda l’epidemia, indossa l’elmetto e discute con passione (dopo aver cambiato in tutta fretta il “parco esperti”, sostituendo i medici ed i biologi con i politologi e gli strateghi bellici) di riarmo, di tipologia di carri armati, di mercenari e di bombardamenti ed individuando nella perfida Russia il nuovo nemico da combattere. L’impostazione è la stessa: propaganda a tappeto, eliminazione dai dibattiti di chi la pensa diversamente, assenza di qualunque ritegno nel sostenere le scelte “buone” dell’Occidente, in un’ottica che tristemente ricorda le “campagne dell’odio” del Grande Fratello orwelliano, sostenute persino dai social informatici, che da poco hanno abolito ogni sanzione per chi insulta con violenza la Russia.

È l’Italietta del green pass, in cui il conformismo e l’opportunismo sono diventati modelli di civismo, in cui l’ignoranza e l’obbedienza all'autorità sono state definite prima “fiducia nella scienza” ed ora “difesa della pace”, quella che non gode della propria libertà, ma di quella che viene tolta agli altri. L’Italietta che è stata ipocritamente fascista durante il ventennio ed è ipocritamente antifascista oggi, spesso dichiaratamente “di sinistra”(?), quella che per sentirsi “buona” ha bisogno di scagliarsi contro i “cattivi” di turno, ma soprattutto contro chi non si allinea al pensiero della maggioranza. L’Italietta che pensa sempre solo per sé, ma che sbandiera il bene comune, che vuole l’uomo forte che salvi il paese, ma si riempie la bocca con la democrazia e i “valori” dell’Occidente, che denuncia la censura degli altri, ma invoca con convinzione la propria, che pretende sovvenzioni per sé e denuncia lo spreco di quelle date agli altri. L’Italietta che sottoscrive le raccolte di beneficenza soprattutto per scaricarle dalle tasse, che si commuove per i poveri e per i profughi solo quando le somigliano (bianchi e borghesi). L’Italietta che ieri tifava per i vaccini, senza sapere nulla dell’RNA messaggero e delle difese immunitarie, e che oggi tifa per l’Ucraina senza sapere (e senza sforzarsi di sapere) nulla di storia, geografia, guerra e politica. Quella che fa poca differenza fra la Nato e l’Unione Europea, fra l’informazione e la propaganda, quella che dice “pace” e pensa a mantenere i propri privilegi, quella dei “tg speciali” monotematici, che hanno sostituito i notiziari, quella a cui basta che in coda (dopo lo speciale sulla pandemia o sull'Ucraina) si parli di calcio, con la coerenza del tifoso, che più che amare il gioco odia l’avversario.

È un’Italietta che oggi ha trovato il Governo giusto per sé in un’accozzaglia di partiti senza identità politica e senza alcun rispetto per i propri elettori, guidata da un gruppo di tecnici che ha sostituito le istituzioni parlamentari con i propri consulenti personali. Un’Italietta a cui consigliamo, prima di tifare per la guerra, di andare a rileggersi quella cosa inutile e superata che si chiama Costituzione Italiana, in cui è scritto che “l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.