- I dati forniti dal numero degli elettori per sezione (gli stessi che avevamo usato 10 anni fa) indicano che il Centro continua a svuotarsi di cittadini residenti e che la Marina non assurge neanche adesso al ruolo di polo abitativo attrattivo, penalizzata, nonostante il grande afflusso di investimenti urbanistici, forse anche dall'uso delle case private solo per brevi affitti estivi, dal traffico caotico, dalla difficoltà di parcheggio e dalla rumorosità notturna della movida, mentre l'area di Case Nuove, che risultava attrattiva nel periodo precedente, si è stabilizzata, allineandosi alla flessione generale degli abitanti. Così, nel quadro di una continua diminuzione generale della popolazione cittadina (da 13.038 a 12.788 residenti nell'ultimo decennio), tutte le aree sono interessate ormai da un calo di residenti, ma in percentuale questo risulta più vistoso per l'intasatissima area Orti-Acquafico e per le Frazioni interne (Scala, Sorrentini, San Cosimo-Moreri, Gallo), in cui la qualità della vita o le possibilità di lavoro si sono ridotte al minimo, condizionate, in collina, soprattutto dalla crisi della piccola agricoltura e dei lavori artigianali.
- I dati degli elettori per strada, d'altra parte, ricostruiti anche questa volta (grazie allo stradario delle sezioni elettorali) per Rioni storici e Contrade, mostra un calo ancora più grave del Centro Storico, oggi in parte disabitato e in rovina, e dimostra l'inefficacia dei lavori di riqualificazione di alcune aree (San Nicola-Buccirìa, San Michele) e delle agevolazioni concesse ai locali di ristorazione e ai tanti bed&breakfest, che non possono trasformare da soli un contesto urbanistico, che resta in generale gravemente degradato. Dai flussi di residenti risulta una capacità attrattiva solo di quelle Contrade in cui continua una residuale espansione edilizia (ed ancora una volta non urbanistica), con la pratica delle lottizzazioni, o si sono moltiplicate le aziende agrituristiche, basate sul lavoro familiare e su quello precario.
Insomma i pattesi o vanno fuori paese oppure continuano ad acquistare case nuove (lasciandosi alle spalle un gran numero di case antiche o semi-nuove sfitte), incuranti dei contesti urbanistici, che risultano ovunque carenti allo stesso modo. Le uniche attività economiche aggreganti risultano gli agriturismo, che hanno frenato la crisi della piccola agricoltura, grazie anche alle agevolazioni nazionali e regionali, mentre sulla costa, una volta scomparsa la pesca, il turismo balneare agevola solo qualche privato, senza diventare il volano di una urbanizzazione di qualità.