Consulte dei Cittadini: il Sindaco non gradisce l’impegno delle donne?

11-03-2021 16:35 -

Si è dimessa a pochi giorni dall’8 marzo, dal suo incarico di Coordinatrice cittadina delle Consulte territoriali pattesi, Gaia, instancabile paladina degli alberi e del verde urbano. E con lei sono 4 (ossia tutte) le donne dirigenti delle Consulte pattesi costrette a fare un passo indietro dal proprio impegno civico, perché la loro appassionata intransigenza risultava poco gradita all'Amministrazione pattese, che in modo costante ha boicottato il loro impegno in difesa del nostro territorio e della vivibilità dell’ambiente urbano, bollandole ripetutamente tutte come troppo polemiche, prevenute, “sgarbate”, insomma isteriche e rompiscatole, perché non si sono mai arrese di fronte ai silenzi ed alle tante omissioni dell’Amministrazione, né si sono accontentate di qualche graziosa concessione (magari sotto casa propria) né di frasette rassicuranti e di inviti politichesi a “stare serene”.
Era già successo a Maria, Presidente della Consulta del Centro Storico, di essere stigmatizzata in modo ammiccante ed offensivo come ossessiva e testarda per il suo generoso impegno per la riapertura di Palazzo Galvagno (sequestrato da 10 anni da questa Amministrazione) e per il decoro urbano del Centro Storico.
Ed una “calmata” dalle proprie battaglie sulla tutela del torrente Provvidenza e per la riorganizzazione della Fiera del Bestiame, tradizionalmente legata alla Sagra della santa patrona, se l’era dovuta dare anche Lucia, Presidente della Consulta delle contrade oltre-torrente, a cui per anni è stato risposto metodicamente picche su ogni proposta relativa alla cura del fiume e dei sentieri naturalistici che potrebbero costeggiarlo, con la concomitante coincidenza di una visita dei NAS, con grande spiegamento di mezzi e di uomini, al suo storico maneggio sul fiume, una coincidenza (non ne dubitiamo) ma senza dubbio dalla tempistica un po’ inquietante.
Per non parlare poi del Presidente della nostra Associazione, Gloria, Coordinatrice cittadina delle Consulte per tutta la prima stagione delle loro esistenza, bollata più volte come prevenuta e polemica per le tante battaglie a difesa del territorio: dal controllo della potabilità dei pozzi d’acqua nel fiume Timeto alla denuncia dei tanti abusi nell'alveo dei torrenti (con il coinvolgimento attivo del Genio Civile), dall'impegno per il mantenimento delle norme sulle Consulte nello Statuto Comunale (che l’Amministrazione aveva tentato di cancellare) alla tutela degli animali randagi, dall'inchiesta sulle condizioni delle Case Popolari pattesi a quella sulla politica industriale, troppo spesso orientata a preservare solo gli interessi di pochi privati. A lei il Sindaco ha dedicato, oltre ad un’annosa ed astiosa campagna di discredito, un’Ordinanza ad personam, mirante a limitare la cura delle Colonie Feline (contro la quale peraltro è ancora pendente ricorso al TAR di Catania).
Ed ora è toccato a Gaia, infaticabile paladina dell’ambiente (tanto di moda nelle parole dei politici ed ancora tanto vilipeso di fatto), impegnata attivamente ad incoraggiare i tanti cittadini delusi e rassegnati ad impegnarsi nel lavoro delle Consulte territoriali. A lei il Sindaco non ha risparmiato neanche una denuncia per danneggiamento dei beni pubblici, dopo un’azione dimostrativa per la tutela dei pochi alberi sopravvissuti in centro città (area di cui Gaia resta comunque Presidente di Consulta, anche dopo le dimissioni dal ruolo di Coordinatrice cittadina).
A questo punto insomma bisogna prendere atto che questa ostilità del Sindaco (che lui ne sia più o meno consapevole) non è diretta a singole persone, oggettivamente incapaci di avere un rapporto sereno e positivo con le istituzioni cittadine, ma in maniera discriminatoria contro la presenza femminile nell'attività politica di base, un impegno che si adatta particolarmente bene alla natura concreta, disinteressata ed appassionata delle donne, antropologicamente e storicamente dedite all'attività di cura, anche al di là del rispetto formale delle leggi (ed il pensiero non può che correre al mito greco di Antigone) e fedeli al proprio genere soprattutto quando non si adattano agli stereotipi maschili sull'uso spregiudicato delle risorse collettive e su un razionalismo economicista, teso a garantire più il profitto privato che i beni comuni.
Ed allora ci rivolgiamo innanzitutto a queste donne, perché non dubitino della giustezza del proprio comportamento e perseverino nel proprio impegno e poi a quei maschi che professano imparzialità di trattamento di genere, ma che in pratica non sanno rinunciare a rendersi complici di atteggiamenti discriminatori e sessisti, perché prendano finalmente coscienza di tutte le forme di emarginazione delle donne dalla vita pubblica e si schierino a difesa del loro impegno e delle loro peculiarità.