La foto della settimana n.143: ALBERI, CEMENTO E DEMOCRAZIA

10-12-2020 09:55 -

Ci chiediamo da tempo se ci sia qualcosa che l'attuale Amministrazione cittadina ritenga più inutile e dannoso degli alberi d'alto fusto, dopo che in questi ultimi anni ne ha tagliati (o capitozzati ripetutamente fino a farli seccare) centinaia. Oggi, però, si è rafforzato il nostro dubbio che, più degli alberi, la Giunta pattese ritenga superflua e fastidiosa la democrazia partecipativa, che dovrebbe consentire a cittadini ed associazioni di contribuire attivamente alle decisioni che li riguardano, in un processo continuo, che integri le deleghe espresse ogni 5 anni con il voto.
L'episodio che ha rafforzato questo dubbio è quello del taglio di 7 dei 12 pini che da 35 anni abbellivano il cortile dell'Asilo Comunale nella contrada pattese di Catapanello, che vedete nella foto della settimana. La Giunta infatti, dopo aver approvato alcuni lavori di rifacimento del cortile esterno, si è accorta in corso d'opera che il “battuto di cemento”, con cui si intendeva ricoprire quello spazio, avrebbe potuto essere danneggiato dalle radici degli alberi e che gli aghi di pino cadevano nella grondaia della scuola (ma non sarebbe bastato proteggerla con una rete metallica, o ripulirla periodicamente?). Ha richiesto perciò all'Ufficio Tecnico di verificare la “pericolosità” delle piante ed i tecnici hanno ipotizzato un rischio solo per il muro di sostegno del cortile (quello alto poco più di un metro che vedete nella foto). Questo è bastato a determinare la condanna dei 7 pini: “tagliategli la testa!” ha tuonato l'Assessore al Verde, “Pollice Nero” Bonanno, sensibile anche alle richieste di un vicino, che lamentava danni alle sue fognature (danni che naturalmente non possono essere stati verificati con perizia dell'Ufficio Tecnico Comunale, ma che erano ipotizzati solo da valutazioni di quel privato cittadino) ed ha prontamente pensato di finanziare con la nuova Delibera d'urgenza sul rifacimento del cortile dell'Asilo (che alleghiamo in basso) anche il completamento della drastica potatura dei ficus di Via Colombo alla Marina, con un accostamento che, senza dubbio a causa della nostra ignoranza, davvero ci viene difficile da capire, sia per la distanza tra i due luoghi che per l'assenza di urgenza nel taglio di quei ficus. Non ci sembra invece che, nonostante un rapido cenno alla possibilità di sostituire gli alberi tagliati “con altri meno invasivi” (e non, come prevede il Piano Regolatore vigente, “con altri della stessa altezza”), ci sia alcun provvedimento immediato che preveda la piantumazione immediata di nuove piante intorno all'asilo.
La pubblicazione sull'Albo Pretorio della Delibera di Giunta relativa al taglio dei pini ha subito suscitato sia la netta opposizione di “Italia Nostra”, che ha emesso un comunicato (su cui alleghiamo in basso l'articolo del più diffuso quotidiano locale), con cui questa associazione suggeriva provvedimenti alternativi di intervento, chiedendo alla Giunta di salvare quel caratteristico ed utilissimo patrimonio verde, sia le proteste del Coordinamento delle Consulte Territoriali dei Cittadini, che durante un incontro in videoconferenza con Sindaco, Assessore e Tecnico Comunale, con la partecipazione anche di un agronomo, hanno ribadito la possibilità di rimedi alternativi, invocando la sospensione del provvedimento (alleghiamo sotto anche il loro comunicato, con il link di una petizione lanciata sulla questione). Ma l'Assessore al verde che, come il generale Buttiglione (un celebre personaggio radiofonico degli anni '70) “non si arrende mai…nemmeno davanti all'evidenza!” ha ribadito il taglio, avvenuto come già previsto dalla Delibera contestata, con buona pace di associazioni e cittadini.
Sottolineiamo a questo punto alcune cose, relative 1) al rapporto di questa Giunta con la Democrazia Partecipativa, 2) alla pericolosità degli alberi d'alto fusto in territorio urbano e 3) alla pericolosità del cemento:
1)E' superflua LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA?
•Già all'esordio di questa sindacatura l'Amministrazione aveva cercato, in occasione di una complessiva modifica dello Statuto Comunale, di eliminare l'istituto delle Consulte dei cittadini, salvato in quell'occasione da una decisa protesta del loro Coordinamento e dalla volontà del Consiglio Comunale, che aveva riconfermato questo strumento di democrazia partecipativa. Il Sindaco aveva parlato allora di un semplice fraintendimento, ma di fatto senza la modifica apportata dal Consiglio l'istituto delle Consulte sarebbe stato cancellato.
•Non è la prima volta che la Giunta ignora le proteste ambientaliste di Italia Nostra ed i suoi appelli sulla salvaguardia degli edifici storici pattesi, come l'ultima Fornace per le ceramiche alla Marina di Patti, lasciata andare in totale rovina.
•Non è neanche una novità che Petizioni sottoscritte da centinaia di cittadini, come quella per Palazzo Galvagno o quella per l'Oasi Felina siano state ritenute da questa Amministrazione comunale poco meno che carta straccia.
•Anche se i progetti di Democrazia Partecipata, a cui ogni anno dovrebbe andare per legge una percentuale dei trasferimenti fatti dalla Regione al Comune, sono regolati da due anni da un Regolamento, approvato dal Consiglio Comunale su proposta del Coordinamento delle Consulte dei cittadini (dopo che per anni la Giunta aveva speso il contributo come meglio credeva), si sta ignorando platealmente un elemento essenziale della modalità con cui andrebbero formulati, e cioè il coinvolgimento in fase di elaborazione di almeno un'assemblea pubblica, elemento sostituito (e ben prima delle limitazioni dettate dall'epidemia di Covid) da una riunione indetta dal Comune con tutti coloro che abbiano presentato progetti, che in questa occasione si assolvono reciprocamente dal peccato originale di aver saltato la procedura richiesta dal Regolamento sul coinvolgimento attivo dei cittadini.
•Nel giugno dell'anno scorso, inoltre, la Sig.ra Gaia Mairo, biologa impegnata da tempo nella difesa del verde urbano ed eletta allora da poco Coordinatrice delle Consulte, è stata denunciata dal Comune per danneggiamento (caso più unico che raro per la nostra cittadina), dopo una protesta simbolica in difesa dei più volte martoriati alberi di Piazza Mario Sciacca (per cui vedi su questo sito la nota del 29/09/19 di “Solidarietà con Gaia”).
•Ricordiamo infine che, per definirsi rappresentanti della maggioranza dei cittadini, non basta essere stati eletti da un 40% dei votanti, dato che questi voti rappresentano in realtà una minoranza di tutti gli elettori ed una percentuale ancora minore dei residenti pattesi. Sarebbe politicamente opportuno perciò, a nostro parere, rafforzare il consenso al proprio operato con una maggiore attenzione ed un maggior rispetto delle opinioni pubbliche dei cittadini su alcuni problemi che li coinvolgono.

2)GLI ALBERI SONO PERICOLOSI NEL CENTRO ABITATO?
Leggiamo spesso su Facebook che, a parere di alcuni cittadini, gli alberi d'alto fusto (ora i pini marittimi, ora i tigli, ora i cipressi, ora i platani, a seconda delle vittime più recenti dell'Assessore “Pollice Nero” Bonanno) sono del tutto inadatti a ergersi nei centri abitanti, perché sporcano con le foglie, minano la salute pubblica ospitando pericolosissimi insetti, potrebbero essere sradicati o perdere alcuni rami a causa del vento ed invadere suolo e sottosuolo pubblico con ingombranti radici. Ebbene sì! Dobbiamo ammettere che, in quanto esseri viventi che crescono e si modificano di continuo in base al ritmo delle stagioni, gli alberi estendono le loro radici, gemmano, fioriscono, fruttificano e perdono le foglie (e ci asteniamo dal citare tutte le opere d'arte ispirate da secoli da questo loro difetto), si protendono con i rami ed aumentano ogni anno, se pure di poco, la propria altezza, ma ricordiamo che questo è anche un bene, dato che le radici trattengono il terreno, evitando o rallentando il movimento franoso (endemico anche in centro abitato in molte zone pattesi), e che le foglie arricchiscono di ossigeno l'aria che respiriamo (inquinata maggiormente in città per i gas di scarico di automobili e riscaldamenti). Quanto agli insetti, basta ricordare gli acari dei nostri appartamenti, le zanzare che proliferano in pozzetti, caditoie e depositi di copertoni o le zecche ospitate dall'erba, per assolvere gli alberi d'alto fusto dall'accusa di ospitare i peggiori assassini di questa specie. Riguardo poi al rischio di cadere durante le bufere di vento, diventate ormai più violente per le modificazioni climatiche, gli alberi diventano fragili solo quando non sono stati ben potati e comunque non sono meno a rischio di coperture di tetti, cornicioni, capannoni ed altre opere costruite dall'uomo, che nessuno pensa certo di non costruire più perché possono essere distrutte dal vento. Quanto ai danni provocati dalle radici, infine, basta avere l'accortezza (come ha fatto notare di recente su Facebook un noto agronomo pattese) di lasciare un po' più di verde intorno al fusto e tenere conto dell'esistenza stessa degli alberi prima di costruirci accanto fognature e pozzetti, senza invocare dopo il loro abbattimento.

3)I DANNI DEL CEMENTO SONO RIPARABILI?
Pensate ora, invece, quanti giocatori di calcio avrebbero concluso da tempo la propria carriera se le partite si giocassero su un “battuto di cemento” e ricordate nella nostra infanzia quante ginocchia si sono sbucciate o teste si sono riempite di bernoccoli su quel micidiale tipo di copertura, che è per di più effimera, dato che, non avendo un sostegno solido nel sottosuolo, in poco tempo viene spaccata dal movimento continuo della terra e dall'erosione della pioggia, finendo in pochi mesi per essere ricoperta a chiazze dall'erba che aveva cercato di soffocare. E a poco serve, se sopra ci si mettono giochi per bambini, tappezzare il cemento con inquinanti tappetini di protezione: basta mettere i giochi sull'erba. Pensate inoltre che mentre un albero può vivere indisturbato per secoli, il cemento armato dopo 70 anni diventa come un micidiale e pesantissimo albero cavo, in cui l'armatura di ferro è del tutto corrosa dall'umidità. Fate ora il conto di quanti edifici in cemento armato siano vicini a Patti ai 70 anni e vi accorgerete che, per eliminare il rischio, tra qualche anno diventerà necessario abbattere non gli alberi, ma i palazzoni in cemento armato di quell'età o quelli resi più rapidamente deperibili perché costruiti su terreni argillosi (numerosissimi a Patti) o con tondini di ferro non abbastanza spessi o con cemento depotenziato (come tante opere edilizie in Sicilia) o con l'ausilio di sabbia di mare (come è avvenuto non di rado nel nostro territorio).

Concludiamo brevemente, dicendo che senza alberi d'alto fusto e senza democrazia partecipativa un paese manca di ossigeno, sia in senso materiale che in senso figurato. Ci auguriamo perciò che questa Amministrazione rifletta sulle proprie scelte e ci lasci respirare!