La foto della settimana n°139: LA STRAGE INFINITA

12-02-2020 15:25 -

Il fatto, ancora una volta, è la morte di un gatto randagio per ingestione da anticoagulanti (veleno per topi). I luoghi, purtroppo, sempre gli stessi (l’area pattese tra piazza San Nicola, Via Regina Margherita, Largo Fontana Vecchia e Salita Toselli) in cui 5 anni fa è stata uccisa brutalmente a calci una gatta (vedi su questo sito, nella categoria delle News generiche, quella del 12/07/2015, “Il silenzio degli innocenti”), due anni fa è stata uccisa a colpi di bastone una gattina, che aveva trovato rifugio temporaneo in una cantina, ed a maggio scorso è rimasto avvelenato col topicida un altro gattino dal manto arancio.
Oggi è toccato al giovane gatto della foto (di circa un anno), che non presentava nessun altro segno, se non l’ampia emorragia da bocca e naso). Certo, se nei due casi di uccisione diretta e brutale l’intento è evidente, il topicida si maschera dietro il desiderio di eliminare animali dannosi, ma non dobbiamo mai tralasciare di denunciare il fatto che è comunque un reato spargere questa sostanza senza le apposite gabbiette sul suolo pubblico o in luoghi accessibili ad animali domestici come cani e gatti.
La verità è che la totale mancanza di razionali politiche di controllo del randagismo incoraggia la semplice eliminazione di cani e gatti da parte delle inqualificabili persone incapaci di accettare la convivenza urbana con altre specie viventi. Persone che si ritengono (e di fatto sono) impunite per ogni forma di maltrattamento verso gli animali e che questo insegnano e trasmettono ai propri figli. Persone che, per questi casi, evidentemente abitano in questa zona e che ci auguriamo prima o poi di poter identificare e denunciare, dato che da parte delle istituzioni che dovrebbero vigilare c’è una sostanziale complicità verso questi delitti.
La nostra Associazione, invece, non si stancherà mai di dare voce al silenzio degli innocenti, non solo per tutelare loro, ma anche per recuperare il senso di una umanità sempre più perduta tra il culto degli oggetti e di una falsa igiene dei luoghi, che è solo sporcizia del cuore e della coscienza.