Centro Storico: un’idea nella direzione giusta

02-04-2019 19:50 -

Per il momento è solo un “avviso pubblico esplorativo” (che alleghiamo a fondo pagina), diretto ad appurare se ci siano in alcune zone del Centro Storico di Patti case private che il Comune possa acquistare, per realizzare una “riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”. In parole più semplici, se esistano non singoli appartamenti, ma “interi corpi di fabbrica, destinati a civile abitazione”, che i proprietari vogliano vendere al Comune, che ne ricaverà case popolari, da destinare soprattutto a giovani coppie.
L'idea non è nuova: più di un quarto di secolo fa, a fine ‘900, il “Club Altavilla” di Patti avanzava questa proposta, censendo, già nel 1994, oltre 2.000 vani disabitati nel Centro Storico (come si può leggere nel saggio di P. Nastasi “Centro Storico: proposte per il recupero”, terza parte dell'interessante volumetto “Battiti perduti”, edito a Patti nel 1994 da “Linus Libri). Da allora, però, era rimasta solo un'idea.
A darle corpo oggi dovrebbe esserci la speranza di finanziamenti idonei per l'edilizia popolare nei Centri Storici ed il buon lavoro portato avanti dall'attuale assessore all'urbanistica, con lo “Studio di dettaglio" del Centro Storico, che dovrebbe consentire più rapidi interventi di recupero.
Usiamo il condizionale, purtroppo, perché sappiamo quanto spazio corra tra progetti e realizzazioni e perché sono pochi, in realtà, gli edifici del nostro Centro Storico appartenenti ad un unico proprietario, mentre prevale una frammentazione di proprietà e, anche nel caso di proprietà indivise, una pluralità di comproprietari, che difficilmente raggiungono un accordo sulla cessione o sulla ristrutturazione. Si prevede inoltre, in alcuni casi, una compartecipazione alla ristrutturazione, e comunque la copertura delle spese notarili, mentre molti proprietari assenteisti non sono disposti a spendere una lira sui propri edifici, che conservano solo nella speranza di un sempre più improbabile “affare”.
Ciononostante questo tentativo di rianimare con famiglie giovani il sempre più derelitto Centro Storico pattese non può non avere il nostro pieno appoggio, anche perché ha il sapore di un tentativo finale, prima che il tempo sbricioli del tutto quel complesso urbanistico secolare, che contiene testimonianze architettoniche e strati storici preziosi ed un tessuto urbanistico adatto ad uno stile di vita forse un po'più scomodo, ma senza dubbio più umano e civile di quello delle periferie, in cui dal terremoto del 1978 sono state confinate le famiglie pattesi meno agiate e quelle più giovani, in una sorta di deportazione di massa, che mise fine bruscamente alla vitalità dei rioni antichi e al senso di identità delle generazioni successive.