LISCIA, GASSATA O…FOGNATURA?

04-02-2019 09:17 -

Con un’Ordinanza di una decina di giorni fa il Sindaco di Patti ha vietato in buona parte del paese l’utilizzazione dell’acqua dell’acquedotto comunale per uso potabile e per l’incorporazione negli alimenti, a seguito di una prescrizione del Servizio di Igiene Pubblica dell’ASP, che ha rilevato la presenza eccessiva di batteri nei campioni d’acqua prelevati in uscita da uno dei principali serbatoi di erogazione.
Il divieto, tuttora valido, resterà in vigore fino a che il Comune non scoprirà la fonte dell’inquinamento e non vi porrà rimedio.
Alleghiamo a fondo pagina l’Ordinanza Sindacale, mentre restano inaccessibili le analisi dell’ASP, che inutilmente si era chiesto di pubblicare periodicamente, insieme a quelle dell’ARPA, sul sito del Comune, dove oggi invece si possono leggere solo le analisi compiute, per incarico dell’Amministrazione, da una ditta privata (la TetraLab), ferme al maggio 2018, quando risultava “nella norma” l’acqua in uscita dal serbatoio (il “Segreto”), che oggi risulta inquinato nelle analisi ASP. Quale la possibile causa? Avanziamo un'ipotesi.
Il Serbatoio Segreto, che distribuisce l’acqua in tutto il Centro Storico, nella centralissima Piazza Marconi (con la sottostante Via Gorizia) e nella vasta zona di espansione ad ovest del torrente Provvidenza, è alimentato (tramite la centrale elettrica di sollevamento) dagli 8 pozzi del fiume Timeto, che sono i 7 pozzi “Sipio” ed il pozzo “Ronzino”. Quest’ultimo, come abbiamo più volte rilevato su questo sito, si trova (contro ogni norma) a circa 100 m. dalla zona industriale di Patti e dai suoi scarichi e, dopo essere rimasto inutilizzato per alcuni anni, è stato riattivato in gran fretta dopo il grande incendio del giugno 2017 (che lo aveva gravemente danneggiato), senza neanche aspettare l’esito di analisi, che non sono state mai rese pubbliche. Come non si è voluto rendere pubblico lo schema di scarico delle fognature e delle acque bianche della zona industriale, che non è servita dall'acquedotto pubblico, ma da servizi di autobotte.
Non sappiamo che metodo stia seguendo il Comune per scoprire la ragione dell’inquinamento delle acque del Serbatoio Segreto, né se abbia preso in considerazione l’ipotesi che a noi sembra la più probabile, ma sappiamo per certo che il divieto di utilizzazione dell’acqua di rubinetto per scopi potabili ed alimentari (cioè per preparare tè, caffè e minestre, per la cottura di pasta e verdure e per il lavaggio di alimenti) è largamente ignorato dalla popolazione, sia per la scarsa pubblicità data al divieto, sia perché non è stata data nessuna alternativa di rifornimento (dato che tutte le fontane pubbliche sono state ormai collegate all'acquedotto, e non più alle fonti secondarie presenti nell'area urbana) e nessuna specifica indicazione.
Quando finirà l’emergenza? Forse al Comune si spera semplicemente che un futuro prelievo sia (come per tanti anni è stato) più benevolo verso la qualità dell’acqua pubblica e, nel frattempo, qualche mal di pancia in più non si noterà più di tanto, in un paese in cui ogni estate ci si bagna in un mare parzialmente vietato alla balneazione e in cui ad essere considerate come un attentato alla vocazione turistica del territorio sono le segnalazioni dei cittadini e non le carenze nella gestione amministrativa pubblica.