LA VANITA´ DEL PAESE VISIBILE

04-08-2018 15:14 -

Una delle principali caratteristiche dei Visibili pattesi (e non solo) è senza dubbio l´autocompiacimento: il loro paese è di gran lunga il più bello ed il meglio organizzato del territorio (e i paesani che avanzano critiche sono inguaribili disfattisti); il loro operato è impeccabile o quantomeno il migliore fra quelli possibili (del resto per gli Invisibili è sempre più difficile operare in qualsiasi modo); fra le loro fila sbocciano artisti e pensatori, che rendono inutile ogni tentativo di allargare l´orizzonte culturale oltre i confini provinciali (o, al massimo, regionali).
Raramente i problemi della città vengono analizzati in cerca di soluzione: per lo più, infatti, vengono negati oppure addebitati a congiure esterne o a boicottaggi interni. La storia non serve ad indagare la verità dei fatti, nell´inevitabile coesistenza di luci ed ombre, ma a celebrare un confuso passato comune, creando una serie di eroi ed eroine locali, in un ambiguo miscuglio di fonti documentali e di leggende a buon mercato (ben distanti non solo dall´analisi storica, ma anche dall´antropologia culturale e dall´analisi sociologica). Il tutto divulgato in pillole sempre più piccole e semplici, sempre ben condite da cibo, alcolici e musica ad alto volume.
Ecco allora che se, come nelle ultime settimane, la Guardia di Finanza indaga sulle irregolarità delle strutture estive locali, ci si chiede come mai si bersaglino solo le piccole pecche degli esercenti pattesi (cosa vuoi che sia un po´ di lavoro nero di stagione e la normale evasione della tassa occupazione suolo!), tralasciando le nefandezze dei dintorni. Ecco che, se si tenta una razionalizzazione dei servizi sanitari della regione, non ci si chiede quale sarebbe la strada migliore da seguire, non si analizzano le esigenze reali del territorio (quali sono le patologie più diffuse? quali strutture le affronterebbero nel modo migliore? quali sono le carenze denunziate dai pazienti e dagli operatori?), ma si fanno barricate campaniliste per difendere l´esistente e per ottenere con pressioni politiche qualcosa in più dei vicini concorrenti, in un invito all´unità d´azione, che cancella le responsabilità e pretende un pensiero unico.
Ed intanto gli Invisibili osservano in silenzio, con il pessimismo di secoli di emarginazione e con la capacità di adattamento di chi non ha alternative oltre all´emigrazione che, come registrano le recenti statistiche, cresce tanto da esporci ad un rischio di spopolamento e di rapidissimo invecchiamento (dato che da qui vanno via persino i giovani migranti). Ma il Paese Visibile tira diritto, sempre più autocompiaciuto della propria esistenza e preoccupato solo di salvaguardarla. Chi non si allinea, chi soccombe alla crisi, chi avanza dubbi, chi solo per propria ignoranza non vede "i vestiti nuovi dell´Imperatore", vada pure altrove: il Paradiso richiede innanzitutto fede incrollabile.