La foto della settimana n°129: PARCO COMUNALE: ritorno alle origini?

21-01-2018 18:56 -

La foto di questa settimana è una cartolina degli anni ´50, con una veduta panoramica di Patti, in cui in basso a sinistra è ben visibile la scarpata sassosa e polverosa dove oggi sorge il Parco Comunale.
E´ un panorama assolato e privo di alberi, di cui una parte dei pattesi (e l´attuale amministrazione comunale) hanno nostalgia ed a cui oggi aspirano in qualche modo a tornare. Dopo il tentativo fatto a giugno dal Comune, infatti, di abbattere buona parte degli "alberi di alto fusto ormai secchi" del Parco, è bastato il vento eccezionale di qualche giorno fa e la conseguente caduta di un albero all´interno del Parco cittadino per riaprire, sulla stampa e sui network, il tormentone contro gli alberi di alto fusto di quell´area verde: gli alberi del Parco, si dice infatti, sono pericolosi, brutti, rinsecchiti; tolgono la vista del mare dalla Piazza sovrastante, riempiono la vasca della fontana e la zona del chioschetto di resina e foglie. Insomma, vanno estirpati o drasticamente ridotti a quell´altezza inferiore ai 2 metri che l´attuale Amministrazione cittadina predilige. In 8 anni di governo, infatti, ha piantato solo 6 ulivi alla Marina e 9 aranci amari in Piazza Niosi, tutti rigorosamente rispettosi di quel limite, eliminando annosi tigli, alberi di Giuda, platani e palme (tra cui quelle della Marina e quella centenaria della Villa Comunale) o capitozzandoli senza scampo.
C´è per la verità anche chi non si schiera solo per un ritorno alle origini desertiche degli anni ´50, ma vagheggia un parco rinnovato, con alberi più belli, adatti e curati. Idea rispettabilissima, ma purtroppo irrealizzabile da questa amministrazione, non certo propensa a chiedere il parere di un architetto dei giardini o a spendere nel Parco tutti i soldi necessari all´impianto di nuove piante d´alto fusto. Meglio tagliare, sfoltire, fare piazza pulita.
Ma per fare cosa poi in un Parco che non sarà più tale? In quell´area non si può costruire, perché sotto scorrono ancora le acque del torrente Carasi, con buona pace di chi qualche anno fa caldeggiava di impiantarvi un Centro Commerciale. Oggi la Cooperativa che lo ha preso in gestione ha ricollocato i giochi per bambini e ha trasformato il chioschetto in un vero e proprio bar. Ma senza alberi queste strutture sarebbero utilizzabili solo dopo il tramonto. Del resto negli ultimi anni si è usato spesso il Parco per eventi serali e notturni (concerti, visite al Planetario, festa della birra) e in questa direzione va anche la concessione a chi gestisce il chiosco per la vendita di superalcolici, ma si tratta di eventi di poche sere, mentre un Parco dovrebbe essere frequentato tutti i giorni e per tutta la giornata dai bambini per giocare, dagli anziani per leggere o intrattenersi all´aria pura, da chi porta fuori il cane, dai giovani per fare jogging, da nonni e genitori per portare a passeggio i neonati.
Pensate che sarebbe possibile tutto questo nella landa assolata della foto di oggi?