A DESTRA O A SINISTRA? PER GLI INVISIBILI E´ MEGLIO DAL BASSO

08-10-2017 15:49 -

Da qualche anno si ripete che non esiste più la distinzione tra destra e sinistra e in effetti, mentre i leader delle due parti adottano slogan uguali ("finanziare gli imprenditori, per creare lavoro", "gli immigrati aiutiamoli a casa loro", "mettiamo a tacere i sindacati"), i politici dei due schieramenti passano senza rossore da una parte all´altra e nascono movimenti e partiti che si dicono trasversali solo nella speranza di acchiappare voti dove capita. Il postmoderno, si dice, ha superato le ideologie.
Ma siamo davvero tutti sulla stessa barca, come spesso si sente dire in questi tempi di crisi dai rappresentanti istituzionali, che invitano alla collaborazione con i Governi? Può darsi, se la barca è il nostro pianeta, dalla cui sopravvivenza dipende la vita di tutti gli uomini. Anche se è così, però, su questa barca malandata e in preda alle onde, dove il bene comune sembrerebbe essere quello di arrivare comunque a riva, la cronaca degli ultimi anni ci insegna che c´è chi sceglie di fare lo scafista, chi si aggrappa disperatamente al posto che gli è capitato, badando solo a sopravvivere, e chi viene spinto giù sul fondo dell´imbarcazione o addirittura nella stiva, perché non ha abbastanza soldi o potere neanche per guardare il cielo. E allora non conta più solo arrivare a riva, ma COME ci si arriva: perché se allo scafista basta arrivare, a costo di gettare a mare i più deboli, quelli della stiva vogliono arrivare tutti e vivi.
Chi si dice di sinistra con chi dovrebbe stare? Con chi punta a mantenere i profitti sul mercato internazionale, lasciando che affondino gli operai in esubero, i territori più poveri e i non garantiti, o lottare per conservare condizioni di vita e di lavoro dignitosi? Il caso dell´ILVA, neocapitanata dalla signora Marcegaglia (ma non era uno dei grandi debitori insolventi del Monte dei Paschi?) dovrebbe farci capire chi sta con chi, anche se i cori di lode del Jobs Act lasciano poche speranze a chi guarda al Partito Democratico.
O ancora, è di sinistra chi vorrebbe riattivare i controlli contro gli infortuni sul lavoro, che continuano ad aumentare, o chi dice di tutelare la salute, acquistando vaccini inutili (o forse dannosi per i nostri bambini) nella speranza di attirare in Italia l´Agenzia Europea del Farmaco, anche per riempire gli spazi inutili dell´Expo milanese, sulla cui costruzione gravano ancora pesanti accuse di speculazione?
E prendiamo il caso delle critiche al sindacato, intimidito di recente anche da Di Maio, candidato alla Presidenza del Consiglio dei Cinquestelle. Attaccare il sindacato è "di destra"? Assolutamente no, quando lo fanno DAL BASSO gli operai, che vedono nel gioco delle trattative dei propri rappresentanti un rischio di indebolimento delle proprie lotte, ma senza dubbio si, quando un aspirante neo premier minaccia di "riformarli" d´autorità DALL´ALTO.
E sulla dolorosa questione dei migranti, è forse di sinistra sfilare commossi alla commemorazione dei morti annegati e poi trattare con chi li sfrutta e li tortura purché ce li tenga lontani? E´ di destra o di sinistra lasciare che gli speculatori (siano essi cooperative, pseudo-volontari o imprenditori falliti) si accaparrino i soldi destinati all´accoglienza? Arrendiamoci all´idea che è una scelta "dall´alto".
Possiamo anche rinunciare, allora, a parlare di una Sinistra politica e a considerare la Destra come l´unico baluardo del padronato e degli interessi privati, ma se abbiamo scelto di fare arrivare vivi a riva donne e bambini in fondo alla barca ed i più poveri giù nella stiva, non possiamo rinunciare a vagliare se le proposte concrete dei partiti (a partire dalle imminenti Regionali siciliane) siano o no a vantaggio di chi sta "in basso" o servano solo a portare a riva la barca dei più forti, gettando in mare "la zavorra".