MIGRANTI: NON OGGETTI DA GESTIRE, MA SOGGETTI CON CUI INTERAGIRE

08-08-2017 00:10 -

Con un Consiglio Comunale aperto ai cittadini e alle associazioni, il Comune di Patti ha cercato di coinvolgere tutto il paese sul problema dell´accoglienza ai migranti provenienti dal Nord Africa e sull´adesione volontaria al Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), che prevede la creazione di strutture di ospitalità, affidate per bando pubblico a privati.
Grandi assenti (in quanto in gran parte non cittadini) i migranti già presenti a Patti con diverse comunità (rumeni, indiani del Kerala, cinesi, magrebini, albanesi, slavi), che meglio di altri forse avrebbero potuto sottolineare i problemi di accoglienza già presenti in città e proporre soluzioni innovative.
Assenti non solo in quanto non invitati al Consiglio (che l´anno scorso ha vanamente inserito all´unanimità nello Statuto Comunale l´istituzione della "Consulta dei migranti", in seguito mai attivata), ma anche come soggetti del dibattito, in cui sono rimasti sempre OGGETTO: oggetto di paure, di carità, di assistenza, di "progetti" e di speculazione.
Il problema dell´accoglienza, però, non può consistere solo nel tacitare le possibili ostilità dei residenti o nel trovare il miglior offerente per una gestione ottimale dei migranti, ma soprattutto nel comprendere cosa i migranti ci chiedono e se il nostro paese è più o meno pronto a dare risposta alle loro esigenze, senza INTEGRARLI ad ogni costo (in un´ottica che sottintende che vogliano restare per molto tempo qui da noi e che pone l´ultimatum: o diventate come noi o andate altrove), ma ad ACCETTARLI come sono, per un periodo anche breve, fornendo loro servizi ed assistenza uguali a quelli di tutti i cittadini e rispettando la loro cultura diversa, per ricreare quel crogiolo di MULTICULTURALITA´, che ha fatto per secoli la grandezza della Sicilia.
Pochi dei migranti arrivati per mare dall´Africa, del resto, vogliono restare in Sicilia: la maggior parte dei giovani che hanno attraversato il deserto del Sahara, sopportato le prigioni libiche ed affrontato il mare su fragili imbarcazioni, infatti, vorrebbe raggiungere quelle zone europee che meglio garantiscono un lavoro ed una vita dignitosi e la conquista di quei diritti che non esistono nelle loro terre. A loro l´area di Patti ha da offrire davvero poco, dato che da qui emigrano ancora e in modo massiccio anche i giovani che ci sono nati e che qui per "lavoro per i migranti" intendiamo il lavoro nero nelle campagne o nei cantieri edili, il lavaggio dei piatti nei locali cittadini o l´assistenza agli anziani. Lavori che non forniscono qualificazione di alcun tipo e che permettono a stento di sopravvivere, tanto che chi vuole mandare qualcosa ai propri familiari, rimasti nei paese d´origine, accetta di abitare in case povere e sovraffollate, quando non finisce a dormire in tuguri o sulla spiaggia (dove è stato trovato morente per tubercolosi, qualche giorno fa, un immigrato indiano, che lavorava in nero in un locale della Marina).
E quali servizi possiamo mai offrire noi pattesi in scuole dove mal si comprende l´inglese dei migranti o in un sistema sanitario che funziona malissimo già per noi e che si limita a dispensare un numero spropositato di vaccini (utili per gran parte solo a impinguare le casse delle industrie farmaceutiche), senza attivare sistemi efficaci di prevenzione e di cura?
Una sola cosa funziona egregiamente nella nostra terra: la speculazione di chi ha ben capito quanto i migranti possono fruttare (in termini di sussidi statali e di lavoro non pagato) e l´economia illegale di mafie più o meno recenti, che puntano a farne manovalanza per i propri traffici.
Accogliamo allora questi migranti con tutto il riguardo riservato agli ospiti di passaggio, senza bisogno di strutture ben sovvenzionate e di discutibili progetti di inserimento. Aiutiamoli ad arrivare là dove vogliono davvero andare e non temiamoli, ma preoccupiamoci piuttosto di controllare e reprimere la criminalità nostrana, scatenata dal loro arrivo.
Il loro passaggio, così, servirà a migliorare ed arricchire anche la nostra problematica società, oggi sempre più in declino.