La foto della settimana n° 120: PIROMANI: L´ULTIMA GOCCIA

01-07-2017 20:13 -

Nel giorno previsto come il più caldo di questa rovente fine di giugno, non appena si è alzato un eccezionale vento bollente (intorno alle 13,00 di ieri), è andata in fumo buona parte della zona collinare pattese. Da più parti (anche istituzionali) si è alluso con sdegno all´origine dolosa e si sono sottolineate le carenze della protezione civile regionale e nazionale. Anche se il meteo indicava ieri la Sicilia come unica area a rischio incendi, infatti, il Sindaco di Patti ha denunziato in un´intervista che non era stato predisposto l´intervento dei canadair, tanto che ne è arrivato uno solo da Roma a tre ore dall´allarme e con così poca benzina, che dopo pochi voli ha dovuto abbandonare l´area per fare rifornimento a Reggio Calabria.
Un impressionante muro di fuoco ha travolto, così, le contrade di Scarpiglia, San Cosimo, Porticella, Moreri. Zone antiche di feudo, prive da sempre di un acquedotto comunale e di acqua corrente, che in estate dipendono dai rifornimenti con autobotti, hanno visto bruciare, senza poter far nulla, boschi, campi, animali, case. Parte degli abitanti è stata costretta a lasciare ogni cosa per fuggire. Non si registrano feriti ma, in una zona ricca di allevamenti, sono morti nelle stalle alcuni bovini e nessun piano era previsto per l´evacuazione degli animali. Anche i cani, rinchiusi nei box comunali di Mulinello, per il terrore ed il caldo insopportabile si sono azzuffati sanguinosamente tra di loro, ferendosi gravemente. Alcuni sono scappati e sono ancora dispersi.
L´elemento più grave, però, è che l´incendio vastissimo ha lambito l´area industriale e ha distrutto buona parte della PI.ECO, l´azienda di raccolta e stoccaggio rifiuti che negli ultimi anni gestisce con convenzione diretta i rifiuti del Comune di Patti. Abbiamo visto, sulle televisioni locali, cataste di sacchetti andare in fumo (come si vede nella foto di Omnia News): il proprietario ha rassicurato che si trattava solo di cartone, legno e plastica, oggetto della differenziata, ma alcune fonti di informazione (come il sito on line del giornale "LA SICILIA", in data 30/06/2017, ore 20,38, con un articolo firmato dalla "Redazione") hanno accennato ieri anche alla presenza di amianto, una sostanza che, in realtà, la ditta Pizzo è autorizzata a raccogliere e portare allo smaltimento, ma che, come ci ha rassicurati in passato lo stesso proprietario, non dovrebbe mai essere stoccata in quell´area, se non per una breve sosta sui camion, in attesa della destinazione finale. E´ stata una notizia sbagliata? O c´era in sosta uno dei camion carichi? L´esortazione del Sindaco a chiudere le imposte e a non uscire di casa se non per gravi necessità è arrivata solo in tarda serata, quando tutti avevamo ormai respirato il fumo acre che ha avvolto l´intero paese e che ha lasciato anche oggi un odore intenso.
Piromani, certo, che agiscono per i più disparati interessi, ma lo fanno in una zona in cui l´agricoltura è quasi scomparsa anche per la scelta dissennata di istallare nella parte più fertile, ricca di ulivi secolari, una zona industriale oggi ormai semideserta, in parte priva di allacci idrici diretti e con scarichi fognari di incerta destinazione. In cui di fronte alle fabbriche e a pochi metri dai pozzi di acqua potabile del paese si è completata la bomba ecologica facendo impiantare un centro rifiuti che si ingrandisce costantemente, a spese degli agrumeti che costeggiavano il fiume, ed in cui le comunicazioni sono difficili per le tortuose strade sempre a rischio frana.
Piromani, si, ma si era predisposto tutto per intervenire in quell´area in caso di incendio? Si erano previsti piani di evacuazione, si erano mai fatte esercitazioni con gli abitanti? Si è lasciato che si moltiplicassero strutture ricettive di ogni tipo (dagli agriturismo ad una struttura di lusso appena inaugurata, che ieri pare sia stata costretta ad allontanare i primi ospiti ) ma, dopo il dramma di un agriturismo bruciato sette anni fa con numerosi morti e feriti gravi, quale misure si sono adottate per predisporre l´evacuazione dei clienti in caso di incendio? Quali norme si sono predisposte per la sicurezza delle cisterne di gasolio, che ieri potrebbero aver contribuito ad alimentare le fiamme?
Ieri molti volontari sono accorsi ad aiutare i propri concittadini e ci sono stati molti gesti di solidarietà verso gli sfollati. Una generosità preziosa, che ha compensato le carenze istituzionali e la crudeltà dei diretti responsabili dei roghi, ma fino a quando solo questi ultimi (che sono semplicemente l´ultima goccia che fa traboccare il vaso) saranno definiti terroristi, poco si potrà fare per fermarli. Il vero terrorismo è quello che ha desertificato i territori, che non costruisce acquedotti ma alberghi di lusso nel deserto, che ha costretto a partire (oggi come ieri) i giovani migliori, che continua a ignorare la prevenzione e riduce alberi ed aree verdi a vantaggio del cemento. Quello che chiude un occhio sulle violazioni della sicurezza, che ignora ogni forma di prevenzione, costringe all´abbandono dei terreni e poi mette all´indice i proprietari dei terreni abbandonati per non aver tagliato con regolarità le sterpaglie.