La foto della settimana n°8: DON PUDDU CUNTASTORIE

11-04-2013 09:26 -

Questa vecchia foto ritrae Giuseppe Scarcella, detto Don Puddu, nato a Catania nel 1874 e noto nel nostro "Paese Invisibile" con il diminutivo catanese del suo nome (Puddu da Pippineddu, Piddu), divenuto una specie di soprannome, con cui lo si era ribattezzato, accogliendolo nella comunità pattese.
A Catania, ancora ragazzo, aveva imparato le storie dei Paladini di Francia e l´arte del cuntu e, al di là dei lavori con cui a Patti si guadagnava da vivere, il suo vero "mestiere" fu sempre e solo quello del cuntastorie, un´antica forma artistica esclusivamente recitativa (diversa perciò da quella del cantastorie) radicata dai primi del 1800 nello spettacolo di piazza in Sicilia e preservata oggi, come stile recitativo, soprattutto dal palermitano Mimmo Cuticchio, ma perduta ormai nel suo legame inscindibile con il pubblico popolare.
A Patti, e soprattutto nel suo rione di S. Antonio Abate (o meglio Arret´o Casteddu, cioè dietro il Castello della Cattedrale), ´u Puddu aveva una folta schiera di spettatori appassionati, che lo chiamavano, lo fermavano per strada, gli chiedevano di recitare e lo ascoltavano incantati per ore mentre scandiva e mimava con la sua arte antica.
Nel luglio del 1962, quando morì, lasciò un vuoto incolmabile negli antichi rioni del Centro storico ed alcuni ragazzi, cresciuti tra le sue storie, deposero sulla sua tomba una ghirlanda a forma di Durlindana, la magica spada di Orlando, che don Puddu aveva evocato per loro (come per i loro padri ed i loro nonni) agitando il braccio o usando un bastone (alla maniera dei rapsodi greci), per farli assistere a spaventose battaglie ed a tragiche avventure.
Don Puddu, dotato di talento e di notevoli capacità tecniche, non meno degli artisti che divengono famosi sui grandi palcoscenici o (oggi)attraverso i mass media è rimasto un "artista invisibile" solo per due ragioni: è vissuto sempre tra gli altri Invisibili e si è esibito solo per loro, procurando ai suoi spettatori quell´emozione irripetibile, che nasce dalla possibilità di identificarsi completamente e profondamente in uno spettacolo.