Riaffido dei lavori al Rione S. Nicola-Bucciria: se il secondo errore è diabolico, come valutare il quinto?

28-02-2016 18:36 -

Quando si dice che “errare è umano, ma perseverare è diabolico” si intende dire che, se l’uomo può sbagliare nel prendere delle decisioni, perché ha valutato male i fatti, la perseveranza nell´errore autorizza ad ipotizzare non casuali deviazioni da uno scopo prefissato, ma uno scopo del tutto diverso da quello dichiarato.
Se applichiamo questo notissimo proverbio alle complesse vicende che hanno segnato l’appalto dei lavori di riqualificazione del Rione San Nicola-Bucciria, possiamo ipotizzare di tutto, dato che fino ad oggi sono stati compiuti non 2, ma almeno 4 errori, che hanno determinato il disastro che è sotto i nostri occhi.
1) Primo errore: lo stravolgimento delle regole del bando di gara, con il ripescaggio (coperto da un inaccettabile “segreto d’ufficio”) di una ditta che aveva presentato un ribasso di 13 punti percentuali al di sopra della soglia di congruità, fissata durante le procedure d’appalto (di cui alleghiamo le fasi nel documento in pdf a fine pagina).
2) Secondo errore: aver stravolto, con una prima Variante in corso d’opera, il progetto originario, scegliendo materiali più scadenti e stralciando l’intervento in molte strade e piazze, per cercare di rientrare nel finanziamento regionale (decurtato alla fonte di una cifra pari al ribasso accettato) e per imporre un infausto abbattimento del rialzo di Piazza Niosi.
3) Terzo errore: aver ritirato una Risoluzione del Contratto, decisa già 4 anni fa, “perché si sarebbero allungati i tempi di esecuzione”…impantanandosi poi in soste, ripensamenti ed una seconda Variante, che ha barattato il rifacimento della Piazza del mercato coperto con una marea di allacci singoli in Via Pisacane ed in Via Verdi.
4) Quarto errore: aver fatto smantellare per intero Via Roma (nonostante la Soprintendenza avesse disposto di procedere “a tratti”) da una ditta che appariva già intenzionata ad abbandonare l’appalto, dopo le dimissioni del Direttore dei Lavori.
Ebbene oggi si rischia di aggiungere un quinto errore: mentre ci si accinge, infatti, a risolvere unilateralmente il contratto con la ditta inadempiente, si propone la continuazione dei lavori a due ditte che, come la prima, hanno presentato ribassi di più di 10 punti percentuali maggiori della soglia di congruità fissata dall’appalto (la MGM Costruzioni di Catania, che aveva proposto un ribasso del 44,366%, e la DSP Costruzioni di Barcellona, associata alla Mastin, che aveva presentato un ribasso del 44,191%). Si perpetua così un premio a ditte quantomeno imprevidenti, di cui non sono state valutate ancora le motivazioni per l’eccesso di ribasso, e si calpestano per la seconda volta i diritti di chi già avrebbe dovuto ottenere 5 anni fa l’appalto, come la ditta Renzo Costruzioni di Patti, che si era classificata per prima al disotto della prefissata soglia di congruità, con un ribasso (convenientissimo, ma accettabile) del 33,337%.
L’amministrazione ha spiegato, durante un incontro con la Consulta del Centro Storico, che la necessità di lavorare alle stesse condizioni della prima impresa porta a scegliere ditte che avevano fatto un ribasso simile. Ma è evidente che ormai le condizioni di lavoro sono del tutto diverse ed è giusto che chi aveva fatto allora un’offerta credibile possa valutare direttamente le nuove condizioni di appalto.
Invitiamo pertanto l’amministrazione a non perseverare in scelte che ha già riconosciuto sbagliate, cercando di ripristinare trasparenza e correttezza nel nuovo affido dei lavori, uniche premesse che possono garantire un’ottimale conclusione di questo appalto, in cui gli errori sono già stati davvero troppi.