DESTINI INCROCIATI

24-02-2013 16:40 -

La W.A.G.I., chiusa a Patti per fallimento nel 1987, e la Valvitalia, fondata nel 2001 a Rivanazzano, in provincia di Pavia, sono due fabbriche indipendenti, il cui destino, però, appare incrociato da molte coincidenze (come abbiamo visto nella nostra inchiesta sulla "Breve estate delle fabbriche pattesi"). Le due fabbriche sono simili anzitutto per il prodotto (valvole industriali) e per il mercato di esportazione (tutto il mondo), inoltre Valvitalia è stata creata e portata fulmineamente al successo da due ex-dirigenti pattesi della Wagi (Giuseppe Fiore e Salvatore Ruggeri), infine, anche se la Wagi chiudeva proprio quando Ruggeri diventava Direttore Generale di Grove Italia (di cui Valvitalia, dopo complesse operazioni finanziarie, è l´ultimo frutto), sia la Wagi che la Valvitalia finiranno forse insieme la propria vicenda. Mentre a Patti, infatti, è attesa tra qualche settimana la sentenza finale del processo civile sul fallimento Wagi, il gruppo Valvitalia rischia di essere ceduto (secondo "Il Sole 24ore" al 100%) a "misteriosi acquirenti americani" , per evitare il fallimento.
L´improvvisa difficoltà della fabbrica di Rivanazzano (come raccontano in vari articoli "La Provincia pavese", "Il Corriere della Sera" ed "Il sole 24ore") è iniziata l´anno scorso, quando, a causa dell´embargo contro l´Iran, il Ministero dello Sviluppo Economico ha bloccato forniture di Valvitalia verso quel Paese, tanto ingenti (40 milioni di euro) da risultare strategiche per l´azienda. Ruggeri era appena riuscito ad aggirare questo blocco, quando un´imprevista ispezione della Guardia di Finanza ha rischiato di mettere in ginocchio la fabbrica. Per protesta, l´imprenditore pattese ha restituito a Napolitano il Cavalierato del lavoro, che aveva ricevuto nel 2009. Infine, nel novembre scorso, la Germania ha trattenuto in una propria banca 5 milioni di euro, provenienti dall´Iran e destinati alla fabbrica pavese, perché li ha ritenuti, nonostante il parere favorevole del Governo italiano, frutto di violazione dell´embargo.
A questo punto la famiglia Ruggeri, che attualmente ha il controllo totale del gruppo (e che dichiara di volerlo mantenere), rischia di rivivere il dramma pattese della perdita di una fabbrica, fallita solo a causa di inspiegabili manovre finanziarie, quando era ancora ai vertici del mercato mondiale.