La foto della settimana n°125. QUANDO IL MITO VIVE ANCORA: Onam Maha-Bali nel rione San Nicola

15-09-2017 15:14 -

La cultura italiana conserva ancora solo attraverso la scuola il mito greco-romano ed ha inglobato in parte (grazie al cinema soprattutto) quello celtico. Per il mito indiano si affida, dalla prima metà del ´900, ai romanzi di Hermann Hesse (molti hanno letto "Siddharta", pochi "Una vita Indiana" nel "Gioco delle perle di vetro") ed agli scritti (noti soprattutto agli specialisti) dello studioso francese George Dumezil.
Ma il mito resta per noi lettera morta, perché il controriformismo cattolico si è preoccupato, da fine ´600, di sostituirlo nelle feste e nei rituali con le celebrazioni dei santi e con il culto della tante Madonne (Immacolata, Addolorata, delle Grazie, della Catena, ecc.), tutti rigorosamente controllati dalle gerarchie ecclesiastiche, anche se una lettura antropologica delle tradizioni religiose popolari lascia ancora facilmente trasparire il loro sostrato mitico più antico.
In India invece il mito è rimasto vita, gioco e festa e la matrice induista non impedisce ai cattolici indiani di mantenere le loro tradizioni popolari, che diventano anzi strumento di convivenza e di tolleranza reciproca tra religioni e tra caste sociali.
Lo abbiamo visto qualche giorno fa anche a Patti, nel rione San Nicola, dove vivono gran parte degli immigrati del Kerala, durante le celebrazioni di "Onam Maha-Bali", la festa principale del Kerala ed una delle più importanti di tutta l´India, che cade all´inizio del mese di Chingam (settembre-ottobre), il primo mese dell´anno secondo il calendario Malayalam.
Racconta il mito che il grande re Mahabali era un asura, cioè un demone, ma benevolo, educato alla pratica della verità (satya), della correttezza e della devozione dal nonno paterno Prahlada. Il suo regno era immenso e comprendeva non soltanto la terra ma anche il cielo e vi dominavano pace e prosperità: non esistevano malattie né bugie, tutti gli uomini erano uguali, non vi erano caste, e Mahabali era profondamente amato dal suo popolo. Durante un importante rito sacrificale, però, il re promise che in quel giorno si sarebbe impegnato a soddisfare qualunque richiesta ricevuta dai propri sudditi. Approfittando di questa dichiarazione il dio Visnu, geloso del potere di Mahabali, si presentò al re sotto forma di Vamana, un nano brahmano, chiedendogli di poter avere tanta terra, quanta poteva coprirne con tre dei suoi passi. Avuto il suo consenso, diventò di colpo un gigante, così con un primo passo coprì la terra e con il secondo arrivò fino al cielo. Non avendo più altro da offrire allora Mahabali, grande devoto, chiese al Vamana di compiere il terzo passo sulla sua testa e Visnu lo spinse giù nel mondo degli inferi, unico luogo in cui da quel giorno avrebbe potuto governare. Solo una volta all´anno, però, come premio per la sua immensa devozione e onestà, avrebbe potuto fare visita ai suoi fedeli in terra.
Quel giorno cade appunto all´inizio del mese di Chingam, ma le celebrazioni in Kerala durano ben 11 giorni e cominciano con la preparazione di decorazioni floreali, create pazientemente da mani sia femminili che maschili, dentro e fuori casa (dove per praticità si usano anche sassolini colorati, come abbiamo potuto vedere qualche giorno fa in Piazza San Nicola). E´ dunque questo un mito di rinascita e di riconciliazione tra mondo umano e divino, che rafforza la comunità e mantiene la credenza nella possibilità di un mondo più giusto, ricco di eguaglianza e prosperità per tutti.
Gli abitanti del Kerala si vestono degli abiti più belli, spesso comprati apposta per l´occasione, simbolo di purezza, coincidente con l´abbandono di pensieri e sentimenti negativi. Pranzi ricchi (onasadya), serviti su foglie di banana, vengono cucinati in ogni casa ed anche i più poveri cercheranno di preparare qualcosa. Un detto infatti dice: "Kaanam Vittum Onam Unnanam", ovvero, "tutti dovrebbero mangiare a Onam, anche a costo di vendere tutte le proprietà". Si svolgono giochi di ogni sorta, che vedono impegnati donne, uomini e bambini, gare in barche, danze spettacolari e processioni di elefanti nei centri culturali più importanti del Kerala, per dar vita ad una delle feste più colorate e gioiose dell´India intera.
Ringraziamo perciò gli abitanti del Kerala che vivono a Patti di averci fatto partecipi, nello spirito aperto e tollerante di questa festa, della loro multicolore festività, aperta dalla processione del re Mahabali (che vedete nella foto), accompagnata dal suono dei tamburi e dei cimbali (piccoli piattini a percussione) e proseguita con i giochi, le danze ed il pranzo collettivo.
Una società multiculturale può consentire così anche a noi di riappropriarci della vitalità del mito, al di là delle rigidità dogmatiche e delle barriere di credo religioso.