Le Ballate del Paese Invisibile: ´U CUDDARU ´I SANT´IPPOLITU

14-04-2013 15:24 -

Nella piazza di Sant´Ippolito a Patti, su cui si affaccia ancora oggi il Municipio e si affacciava, fino al 1974, il "Circolo dei Nobili", si trovava infissa al muro una catena, a cui era attaccato un collare di ferro. Era uno strumento di punizione, una specie di gogna, che si metteva al collo "del popolano che avesse mancato di rispetto al benestante": era sufficiente non togliersi la coppola in segno di saluto passando davanti al "Cafè" del Circolo (sia pure chiuso) o vestirsi in modo più elegante di un "signorino" per ritrovarsi attaccato al collare.
Era stato il Sant´Uffizio di Palermo, cioè la Santa Inquisizione siciliana, ad inventare questa pena per i bestemmiatori veniali, come ricorda anche Leonardo Sciascia nel romanzo "Morte dell´Inquisitore". A Patti ´u cuddaru fu eliminato solo nel 1860, dopo il passaggio di Garibaldi, che si era fermato a dormire per una notte proprio in un palazzo che si affaccia su quella piazza.
Nella ballata, scritta da Gloria Faustini, un contadino messo al collare racconta la sua versione dei fatti. Potete ascoltare la ballata, musicata dal cantastorie Fortunato Sindoni e cantata dal cantastorie Mauro Geraci, nella Videogallery del sito o nel nostro canale su YouTube.