18 Aprile 2024

Rione S.Nicola-Bucciria: facciamo luce sull´ultimo atto della "riqualificazione"

Come nelle filastrocche in cui ogni volta, prima di aggiungere un nuovo elemento, si ripete ossessivamente la serie di quelli precedenti, cerchiamo ancora una volta di riordinare le scelte, i conflitti di competenza e l´interminabile sequela di danni che i pattesi racconteranno forse un giorno ai nipotini come "La triste storia dell´antico rione del mercato".
Premettiamo che il dramma nasce da un conflitto di interessi inconciliabili: quello (condiviso forse da tutti, ma con prospettive diverse) di dare nuova vivibilità al Centro Storico e quello (connaturato purtroppo all´asfittica economia del Sud) di fare cassa sugli appalti pubblici, quello privato e quello collettivo, quello di breve e di lungo periodo. E´ una storia in cui non ci sono buoni e cattivi, in cui tutti si è un po´vittime e colpevoli, ma in cui senza dubbio ci sono gradi molto diversi di responsabilità e di perdite subìte.
Nel penultimo atto della storia i cittadini avevano chiesto a fine agosto dell´anno scorso, in nome della memoria collettiva del rione e dell´importanza (anche economica) di preservare una strada storica (l´Ottocentesca Via dei Mercanti), di avere garanzie scritte sulle modalità di intervento in Via Roma, considerate anche le dimissioni irrevocabili date a giugno dal Direttore dei Lavori. Si temeva che il progetto, modificato nel maggio del 2013 dalla prima Variante in corso d´opera (che alleghiamo a fondo pagina) per ragioni soprattutto di risparmio, non desse sufficienti garanzie di tutela della via e si faceva appello, perciò, alla Soprintendenza ai beni architettonici.
Nel settembre del 2015 la Soprintendenza, ritenendo validi i timori dei numerosi cittadini sottoscrittori dell´appello, trasmetteva al Comune di Patti, per la terza volta dall´inizio dei lavori, una prescrizione sulle modalità di intervento (alleghiamo a fondo pagina tutti e tre i pareri), la Ditta ed il Comune ne prendevano atto ed i lavori proseguivano adeguandosi a quel parere autorevole, anche se, anziché procedere "a tratti", come indicava la Soprintendenza, si procedeva a smontare tutte le basole in pietra lavica. Ci saranno state ottime ragioni tecniche per farlo: ma chi lo ha deciso? chi lo ha approvato? Non sappiamo se sarà possibile appurarlo, così come non si è mai saputo chi abbia ordinato nel settembre del 2013 la distruzione degli 11 tigli di Piazza Niosi (non il progettista, non il Sindaco, non l´assessore al ramo, non il Direttore dei Lavori...).
Ma la maledizione oscura che grava su questa triste storia era già in agguato, sotto la forma della Seconda Variante in corso d´opera, approvata dalla Giunta nel giugno del 2015 (che alleghiamo a fondo pagina), cioé molto prima che la Soprintendenza dettasse nuove regole per Via Roma. Ancora una volta, più che ragioni urbanistiche, erano prevalse ragioni economiche e così, preso atto della necessità di sostituire una pavimentazione del tutto inadeguata e dei troppi allacci singoli all´acquedotto, che l´Amministrazione aveva offerto ai privati in Via Pisacane ed in Via Verdi, si stralciavano i lavori in Piazza del Mercato e si chiedeva alla Regione un supplemento di spesa di 23.000 euro.
La Regione aveva ignorato la richiesta (ignorando forse, del resto, anche la seconda Variante in corso d´opera) e a fine dicembre l´Amministrazione, di fronte alle proteste della Ditta, aveva anticipato la somma dalle proprie Casse.
Invano, ahinoi, perché la Ditta, con prevedibile proditorietà, era già sparita dalla scena prima che il sipario si aprisse sull´ultimo atto. (Precisiamo intanto che non esiste, come erroneamente si è detto ieri in Consiglio Comunale, una Terza Variante approvata dalla Giunta, come attesta bene la Determina dirigenziale di dicembre, che alleghiamo).
Ultimo atto che si apre con il Sindaco propenso a chiamare una ditta locale con appalto informale, la Regione timorosa delle nuove norme sugli appalti dettate dall´Anticorruzione di Cantone, che esige la chiamata delle ditte già presenti al primo bando o l´emanazione di un bando nuovo, la Soprintendenza ancora in camerino e l’opposizione politica radunata a fondo scena, incerta se e quando irrompere sul proscenio con maggiore efficacia. Purtroppo la storia manca sia di sceneggiatore che di regista, perciò ancora una volta tutti recitano a soggetto, con il rischio però che il palco e le quinte del rione non reggano oltre e che il pubblico dei cittadini chieda i danni.

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