La foto della settimana n° 57: Mafia, antimafia e potere senza regole

La foto di questa settimana è dedicata al ritratto di Sciascia, con cui la giovane fotografa e pittrice Laura Costantino ha dato il suo contributo ad un incontro su questo scrittore, organizzato domenica scorsa dal Paese Invisibile.
Il dibattito è partito dall'analisi di due piccoli scritti di Sciascia: una sua rilettura della "Storia della Colonna Infame" di Manzoni (presentata per noi da Lucia Lo Presti) ed un suo articolo del 1987 su mafia e antimafia (ricordato da Marco Conti Gallenti). A legare i fatti trattati, distanti più di 3 secoli tra loro, un solo filo, di sapore "illuminista": quello della giustizia, intesa come rispetto della dignità umana e della legalità senza eccezioni, a garanzia della libertà di ogni uomo. Quando l'amministrazione della giustizia è esercitata come sospensione delle regole o del senso di umanità, diventa puro esercizio di potere, arbitrio imprevedibile, e rende il tutore della legge ed il criminale come due facce della stessa medaglia: quella della violenza senza mediazioni.
I poteri eccezionali, la tortura, il pregiudizio, la creazione ideologica di un capro espiatorio esulano dalla vera giustizia: sono strumenti di oppressione tanto quanto lo è la mafia, che è dominio sociale violento per l'arricchimento fuori da ogni regola. Ed entrambi, spesso, finiscono per avere come vittima i più deboli, i più poveri: si rivelano come strumenti di oppressione di classe.
In quest'ottica persino la lotta alla mafia, se viene usata come generica ideologia o viene esercitata come eccezione alle regole giuridiche, svela un aspetto inquietante dello Stato come concorrente della mafia nel monopolio del controllo sociale: dallo Stato fascista del prefetto Mori a quello di oggi, che non ha ancora introdotto nell'ordinamento giuridico italiano il reato di tortura.
Riportiamo, nel documento in pdf a fondo pagina, un resoconto più approfondito del dibattito.