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I PESCATORI INVISIBILI

11-01-2017 19:19 - News Generiche
Nel mare di Acitrezza (ritratto qui accanto in un fotogramma del film di Visconti "La terra trema"), quel mare di cui vivono e muoiono, a fine Ottocento, "I Malavoglia" di Giovanni Verga, sono scomparsi, alla fine dell´anno scorso, due pescatori di Acicastello, partiti con un motoscafo alla vigilia di Natale per una battuta di pesca.
Un altro giovane pescatore, che abitava a Milazzo, era scomparso a giugno intorno alle isole Eolie, dove da solo pescava tonni.
Si tratta in questi, come in altri casi simili, di piccoli pescatori che fanno anche altri mestieri, ma cercano di integrare un reddito sempre più insufficiente tornando a tratti all´antica occupazione familiare, riscoperta, qualunque sia la condizione del mare, nei momenti di maggiore richiesta del pescato (le vacanze estive e natalizie) o esercitata anche in periodi e su prede non consentite (come il tonno rosso). Gli assurdi divieti dell´Unione Europea, infatti, che tutelano più le grandi flotte legate all´industria conserviera che i pesci del Mediterraneo, hanno relegato nell´illegalità buona parte del pescato tradizionale siciliano, venduto di solito direttamente dalla barca o affidato alla piccola trasformazione artigianale (divenuta anch´essa clandestina per decreto europeo).
Restano "legali" ed abbondanti sul mercato, invece, i pesci degli allevamenti intensivi (soprattutto spigole ed orate), non sempre di provenienza italiana e non sempre garantiti da condizioni di alimentazione e di movimento ideali né per la vita degli animali né per la loro qualità gastronomica.
Tramontano così, tragicamente insieme, sia pescato che pescatori, grazie anche a finanziamenti (sempre europei) che hanno premiato in passato, anche nel nostro paese, la distruzione dei vecchi pescherecci e premiano oggi la loro trasformazione in "imbarcazioni turistiche", con improbabili progetti in cui viene inserita qualunque attività legata al mare e solo marginalmente la concreta promozione della piccola pesca, che di fatto scompare o diventa "invisibile".
Anni di esaltazione della "dieta mediterranea", fiumi di parole sull´identità culturale della tradizione siciliana si risolvono così in un´alimentazione a base di pesci "globalizzati", allevati e pescati fuori da ogni rapporto con la natura e le sue leggi, mentre vanno in museo le antiche reti dei pescatori isolani (come la sciabbica o i labirinti marini delle tonnare), accusati di aver sterminato pesci, distrutti in realtà dalle dannosissime reti a strascico e dall´inquinamento degli scarichi fognari.
In questa situazione ci sembra che sarebbe più opportuno concentrare i progetti (il cui finanziamento è rimasto quest´anno bloccato, a Patti, dalla negativa valutazione della Regione) soprattutto sul sostegno alla pesca tradizionale e sui mercati a chilometro zero, dando il giusto risalto all´abilità artigianale dei nostri pescatori ed al consumo locale.





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