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CANI, GATTOPARDI, SCIACALLETTI E IENE

19-09-2015 09:57 - Le inchieste
Da circa 10 anni i cani randagi di Patti hanno avuto un solo rifugio, in alternativa alla strada e ai suoi pericoli: un improvvisato canile privato in contrada Mulinello creato, intorno ad una donna amante degli animali, dalle istituzioni locali e dai tanti pattesi, che hanno trovato in quel luogo il capro espiatorio della propria cattiva coscienza.
Anna è una donna forte e colta, che ha lasciato nella sua Milano gli studi di veterinaria, per seguire a Patti il marito, aiutandolo a gestire una piccola proprietà vicino al fiume, dove curavano i propri animali e i tanti randagi di passaggio, in cerca di cibo, acqua e qualche carezza. Dopo la morte del marito , Anna ha trovato la forza di portare avanti da sola il loro impegno comune, ma si è ritrovata a poco a poco assediata da cucciolate abbandonate e da cani malridotti, che i pattesi non si facevano scrupolo di lasciare ai margini del suo terreno, sicuri che lei (al contrario di loro) non li avrebbe lasciati morire.
Anche le istituzioni locali si sono presto accorte del suo buon cuore e, promettendo canili mai costruiti e qualche insufficiente sussidio, l´hanno utilizzata per ridurre la presenza dei randagi, detestati da tanti bravi elettori, senza dover impegnare le risorse e il personale comunale, prescritti dalla legge.
Al fianco di Anna, in questi anni, c´è stata solo un´altra donna, coraggiosa ed anticonformista, che ha combattuto con lei in difesa dei tanto odiati randagi, forte anche del prestigio sociale della sua antica famiglia di proprietari terrieri, una di quelle famiglie a cui, ancora oggi, il potere politico locale non sa dire di no e nei cui confronti la pavida borghesia pattese nutre un´antica e istintiva riverenza. Daniela ha fatto da baluardo alle denunce che parenti e confinanti hanno scatenato contro "il canile lager di Mulinello", desiderosi di eliminare, insieme ai cani, la proprietaria di terreni che aspirano a spartirsi, e alla campagna di stampa, alimentata da piccoli politici, in cerca di consensi elettorali a buon mercato.
Sono comparse poi, a poco a poco, con l´acuirsi della crisi economica, improvvisate associazioni animaliste, che hanno intravisto nei randagi lo strumento per calamitare risorse e fare facili affari, anche perché il controllo su questa galassia animalista è inesistente e le accuse di maltrattamento degli animali sono state facilitate da leggi all´italiana, con cui è possibile colpire veri e presunti abusi, purché si trovi il giusto canale istituzionale.
A pochi mesi dalla morte precoce di Daniela, arriva oggi l´ennesima denuncia e iene e sciacalletti si fanno avanti con più forza, pronti a spartirsi i cani, i terreni ed il cuore di Anna, incuranti del benessere dei cani che pretendono di difendere e che così rischiano, dopo anni di convivenza, di venire dispersi in vari canili in tutta Italia, lontani dall´unica padrona che hanno imparato ad amare, anche se con lei hanno condiviso anche privazioni e difficoltà.
Anna va aiutata ad occuparsi meglio dei suoi cani, non condannata a vederli partire non si sa per dove o con chi e le istituzioni pattesi devono essere costrette finalmente ad adempiere su questo territorio ai propri compiti, anche perché il randagismo è in Sicilia un fenomeno esteso e duraturo, che non si può certo pensare di risolvere con le denunce penali o dando spazio, dopo la scomparsa dei Gattopardi, a iene, sciacalletti e pecore.
Da parte nostra, cercheremo di avviare un´inchiesta sulla situazione pattese di animali, allevatori, servizi veterinari, strutture comunali e associazioni animaliste e di sostenere una campagna di tolleranza verso i viventi non umani, che non possono essere considerati solo strumenti utili all´uomo, ma preziosi compagni di una vita più ricca ed armoniosa.

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